domenica 10 aprile 2011

Le Orme - La Via Della Seta (Italian Symphonic Prog) 2011


Come l' Araba Fenice, come il Gatto dalle Sette Vite, come un Highlanders LE ORME rinascono e ritornano ogni volta più straordinari ed emozionanti che mai. Alcune incomprensioni avevano minato l'esistenza del gruppo progressive più longevo della storia ma con un incredibile colpo di coda il batterista Michi Dei Rossi ha ripreso in mano e ben saldamente la situazione dando nuova vita ad una delle più stupefacenti leggende che la musica italiana ricordi. LE ORME, che con l'ellepi Collage (1971) hanno dato inizio alla musica progressive e una svolta epocale al costume italiano, risorgono dalle loro ceneri con un entusiasmante concept album come da decenni non se ne sentivano e vedevano dal titolo chiaramente evocativo, LA VIA DELLA SETA in uscita a metà Aprile e già presentato alla stampa il 22 marzo all' Hard Rock Cafè di Roma. LE ORME arricchiscono il loro straordinario percorso creativo con l'ennesima opera che prosegue, inarrestabile, il cammino lungo le strade del rock sinfonico, romantico e progressivo; questo percorso che, in 45 anni di attività, ha partorìto album capolavoro come Collage, Uomo di pezza, Felona e Sorona, Contrappunti, Florian... oggi è più vivo, attuale, che mai. Tutto questo a dimostrazione che il Progetto LE ORME, grazie all'affetto che i fans hanno dimostrato in tutti questi anni, continuerà ancora per molto, molto tempo con la qualità che lo contraddistingue. Ieri, oggi, domani semplicemente LE ORME!
Tracks list:
01) - L'alba di Eurasia

02) - Il Romanzo di Alessandro

03) - Verso Sud

04) - Mondi che si Cercano 05) - Verso Sud (ripresa)

06) - Una Donna

07) - 29457, l'Asteroide di Marco Polo

08) - Serinde

09) - Incontro dei Popoli

10) - La Prima Melodia

11) - Xi'an - Venezia - Roma

Tour 2011 - Line-up: Michi Dei Rossi - Batteria,Percussioni/ Michele Bon - Organo Hammond,Synth,Tastiere e cori/ Fabio Trentini - Basso,Chitarra acustica e cori/ con, Jimmy Spitaleri (Metamorfosi) - Voce/ William Dotto - Chitarra elettrica e acustica/ Federico Gava - Piano,Synth,Tastiere.





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domenica 3 aprile 2011

Porcupine Tree - On The Sunday Of Life (1991) UK Heavy Prog (Remastered 1997)

Era il 1987 quando nel regno unito, Steven Wilson (genio musicale assoluto) e Malcom Stocks decidono di far nascere i "The Porcupine Tree". Le prime strabilianti idee registrate nel nastro "Tarquin's Seaweed Farm" e nel successivo "The Nostalgia Factory" li troviamo in questo "On The Sunday Of Life" del 1991, primo album ufficiale della band. La musica dell'intero album, prende spunto dai maestri del passato, Pink Floyd, Yes, King Crimson; è sorprendente, come Wilson e company, riescano a farci rivivere gli anni '70 senza mai sfiorare il plagio o ripetere soluzioni già ascoltate, adattando sapientemente le sonorità ai giorni nostri, il risultato è "stupefacente", un calderone psichedelico di suoni che si fondono tra loro, trascinando l'ascoltatore in paesaggi sconosciuti ed incantati. "On The Sunday Of Life" è il primo di una lunga e ricca produzione discografica sempre attenta a nuove soluzioni sonore mai ripetitive e banali. Raccomando a tutti di approfondire la conoscenza dei "The Porcupine Tree" cominciando da questo primo splendido album che reputo un assoluto capolavoro.

Tracks list:

01 - Music For The Head 02 - Jupiter Island

03 - Third Eye Surfer

04 - On The Sunday Of Life

05 - The Nostalgia Factory

06 - Space Transmission

07 - Message From A Self-Destrtuctive Turnip

08 - Radioactive Toy

09 - Nine Cats

10 - Hymn

11 - Footprints

12 - Linton Samuel Dawson 13 - And The Swallows Dance Above The Sun

14 - Queen Quotes Crowley

15 - No Luck With Rabbits

16 - Begonia Seduction Scene

17 - The Long Silence

18 - It Will Rain For A Million Years


Total Time: 75:41


Line up:

Steven Wilson - Guitar,Keyboards,Programming

With:

John Marshall - Drums (3)

Solomon St: Jemain (Malcolm Stocks)/Guitar and Voice (14)

Master Timothy Masters - Oboe

sabato 26 marzo 2011

La Rossa - A Fury Of Glass (1983) Eclectic Prog (Francia)


A Fury Of Glass dei La Rossa (Tolosa 1981) è un piccolo gioiello della rinascita progressiva degli anni '80, ripescato e ristampato in CD dalla Musea Records con l'aggiunta di quattro bonus tracks provenienti dal primo demo del gruppo. Il nome del gruppo,"La Rossa", faceva già pensare ai Van Der Graaf Generator, subito, durante il primo ascolto, ogni dubbio veniva fugato, il tastierista Wolfang Holler strizzava l'occhio ad Hammil in ogni nota,(evidente è anche l'influenza dei Gentle Giant) nel cantato teatrale di Benki sembrava riascoltare il giovane Hammil, il tutto splendidamente coadiuvato dalla chitarra lirica di Jean Pierre Baille e dall'onnipresente sezione ritmica costituita dall'ottimo Marc Neves(batteria) e dal bassista Dino De Rossi. La musica classica e romantica di Bartok si affaccia nel brano capolavoro "Wooden Monoloque" e nei passaggi pianistici di tutti i brani, invece, nelle tracce "Faces We Move","Glassleaves" e "Chimera Chill" aleggiano le atmosfere del generatore dell'album simbolo "Pawn Hearts". CONSIGLIATISSIMO.

Tracks list:
01 - Synopsis
02 - Cosy Chutte
03 - Water (bonus track)
04 - Glassleaves
05 - Faces We Move
06 - To The Life
07 - Wooden Monoloque
08 - This Is To End It All
09 - Chimera Chill
10 - Fade Away (bonus track)
11 - This Unbreakable (bonus track)
12 - Thoughts (bonus track)

mercoledì 16 marzo 2011

(Divagazione storica)150° anniversario dell'unità d'Italia


Il SENSO DI UNA STORIA: Italia , ennesimo invasore?

L'Italia,senza la Sicilia non lascia alcuna immagine nell'anima:qui è la chiave di tutto. Così scrisse,da Palermo,Goethe il 13 aprile 1787: Aveva ragione:questa terra è molto più di un isola ed è molto più anche di una semplice regione italiana, è una terra che nel lento snocciolarsi dei secoli ha visto passare sul proprio suolo praticamente tutti,perchè tutti hanno sempre ambito a far propria un'isola che stava al centro del Mediterraneo quando il Mediterraneo era al centro del mondo. Ausoni, Fenici, Ioni, Dori, Cartaginesi, Romani, Vandali, Goti, Ostrogoti, Bizantini, Arabi, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Spagnoli, Sabaudi, Austriaci, Borbonici, fin poi all'unificazione italiana, i Siciliani hanno visto passare veramente di tutto, hanno visto davvero scorrere tutta la storia d'avanti ai loro occhi lucidi. E proprio questa storia con la esse maiuscola, cosi articolata e cosi complessa fatta di mille bandiere e di mille lingue, fatta di momenti di straordinario splendore ma anche di momenti drammaticamente difficili, proprio questa storia ha paradossalmente donato alla Sicilia quelle esperienze e quella profonda cultura di popolo che alla fine la hanno resa cosciente di essere una e di appartenere solo a sè stessa. Pochi forse ci fanno caso, ma la lingua siciliana non contempla il tempo futuro: per esempio, io partirò viene reso in siciliano con "iù àia pattiri", io devo partire. La loro storia e le mille dominazioni che hanno segnato la loro terra hanno infuso ai Siciliani la profonda coscienza della estrema caducità e della estrema temporaneità delle cose umane. C'è una bellissima opera del siciliano Nino Martoglio che rende bene l'idea:" 'A notti non fa friddu", la notte non fa freddo. Questo hanno imparato i Siciliani dalla loro storia, che la notte non fa freddo, anche quando il freddo c'è ed è pure tanto: i Cartaginesi come i Romani, i Bizantini come gli Arabi, i Normanni come gli Spagnoli, i Francesi come i Sabaudi e gli Austriaci, tutti ma proprio tutti sono arrivati in Sicilia da padroni ma alla fine tutti, presto o tardi, "si nni eru vastuniati", se ne sono andati bastonati. Forse, allora, l'essenza ultima di questa terra quasi impossibile da capire per chi siciliano non è, sta tutta in quel principio che proprio un suo figlio illustre, Archimede di Siracusa, teorizzò poco più di 2200 anni fa. E' lo stesso principio che permette di galleggiare anche alle navi più grandi e pesanti. Ed è una lezione che la Sicilia e i Siciliani hanno imparato dalla loro stessa storia, sulla loro stessa pelle, fino a farla diventare parte di loro stessi. E' appunto il famoso principio di Archimede: trasformare sempre in spinta verso l'alto il peso che li schiaccia.

Per chi la storia la ama e per chi sa comprendere i veri significati e la vera importanza, scorrere la storia della Sicilia vuol dire entrare nel cammino affascinante di un'isola che non solo ha respinto nei millenni il soffio delle più diverse culture, ma soprattutto ha saputo poi armonizzarle in una sintesi perfetta e senza eguali. La storia di questa isola, cuore del Mediterraneo nell'epoca in cui il Mediterraneo era il mondo, ha ispirato anche nella letteratura opere e racconti epici, storie di Re e di Principi, di paladini e di cavalieri, di regni e di gesta eroiche: tutto questo sta alla base di tradizioni e sentimenti popolari ben radicati, tradizioni e sentimenti antichi di secoli e che ancora oggi continuano a costituire l'anima più profonda e vere di questa terra.

Già 10.000 anni primi di Cristo, qualcuno incise sulle pareti della grotta di cala dei Genovesi a Levanzo(isole Egadi) immagini tratte dalla propria quotidianità di cacciatore: cavalli,cervi,animali in generale. Ben organizzate comunità del Paleolitico inferiore ci hanno poi lasciato tracce consistenti della loro presenza sull'isola attraverso numerosi graffiti rinvenuti nella grotta dell'Addura, sul versante nord-occidentale del monte Pellegrino, presso Palermo: 16 figure umane, incise in stile naturalistico, impegnate a celebrare un rituale. Le ceramiche protogeometriche trovate nelle isole Eolie e risalenti ad un periodo compreso tra il XVI e il XVII secolo A.C. sono poi testimonianza di antichissimi contatti intrattenuti tra le popolazioni locali e il mondo egeo-miceneo; alla stessa età del Bronzo risale la civiltà autoctona di Thapsos, che ci ha lasciato anche una vasta produzione di coppe in terracotta e pide tubolare. Quella che forse rappresenta la prima di una lunga serie di invasioni che hanno costellato la storia siciliana risale all'età del Ferro, periodo in cui sembra potersi datare l'arrivo di un popolo peninsulare, gli Ausoni: Passando ad epoche più recenti, alla vigilia dell'arrivo dei primi colonizzatori greci, erano in pratica quattro gruppi etnici stabilbente stanziati in Sicilia: gli autoctoni Sicani e Siculi(questi ultimi fondatorindell'attuale Messina alle'epoca di Zancle, cioè "falce"), gli Elimi a Segesta ed Erice, i Punici di Cartagine(eredi dei Fenici) a Mozia, Panormo(l'odierna Palermo) e Solunto.

Le prime popolazioni greche arrivarono intorno all'VIII secolo A.C. e iniziarono da subito a fondare importanti centri: gli Ioni provenienti dalla Calcide fondarono Naxos(nel 735 a.C.), Leontinoi(l'attuale Lentini), Katana(oggi Catania) intorno al 729 a.C., Himera: opera dei Dori fu invece la costruzione di Siracura nel 733 a.C.. Akrai,Casmene,Camarina,Megara Hyblaea, Selinunte nel 627 a.C.., Gela,Agrigento nel 580 a.C... In quasi tutti i casi di trattava di colonie con governi oligarchici e con economie principalmente agricole, colonie che però ben presto divennero anche importanti centri di scambio di porpora fenicia, di bronzi etruschi e di ceramiche greche e che iniziarono anche a coniare moneta. Un personaggio di questa epoca che senza dubbio merita di essere ricordato è il legislatore catanese Caronda, creatore del primo codice di leggi scritte: le sue leggi costituirono un'importante barriera agli abusi delle classi nobiliari, anche se le paure e gli scontenti popolari favorirono comunque la graduale ascesa al potere da parte di demagoghi assetatoi di potere assoluto. Nel 608 a.C., con un colpo di stato a Leontonoi, si aprì la cosiddetta "epoca dei tiranni": Panaaetios di Leontinoi è il primo tiranno siciliano. I vari tiranni che fecero la storia dell'isola in questa fase storica, se è vero che in alcuni casi si macchiarono di grandi crudeltà, è pure vero che in altri seppero anche essere governanti illuminati, capaci di assicurare splendore e benessere alle città siciliane da loro governate. E così, per esempio, ricordiamo Falaride che nel 570 compie un massacro di cittadini nel tempio di Zeus ediviene tiranni di Agrigento, ma ricordiamo anche Gelone di Gela che provò ad unificare tutta la Sicilia greca conquistando anche Siracusa nell'anno 485 e trasferendovi quasi tutta la popolazione di Gela, Camarina e Megara. Tipici di tutta questa fase storica dell'Isola sono comunque i continui scontri tra Siculi(che, guidati da Ducezio, vennero sconfitti nel 440 subendo anche la distruzione della capitale Palike) e popolazioni greche e gli altrettando continui scontri tra Greci e Cartaginesi: Questi,alleati di Selinunte, vennero dapprima sconfitti nella battaglia navale di Himera del 480 dai tiranni Terone e Gelone, ma riuscirono poi a rifarsi nel 406 con una serie di azioni militari che li portarono a estendere la propria influenza su gran parte dell'isola, con la sola importante eccezione di Siracusa. Siracusa, una colonia graca che ad un ceerto punto gli stessi greci(in particolare Atene) iniziarono a vedere con preoccupazione a causa del suo splendore sempre crescente. Fu durante la guerra del peloponneso che gli Ateniesi appoggiarono gli Elimi contro Siracusa, andando tuttavia incontro ad una cocente sconfitta navale nel 415: i Siracusani sbaragliarono la flotta ateniese e alla fine si contarono 12.000ncaduti siracusani a fronte di 50.000 caduti ateniesi. Quando si parla di Siracusa non si può non citare tiranni come Dionisio I ( che tra il 406 e il 367 dotò Siracusa di una possente cinta muraria lunga 22 chilometri, ma che è ricordato anche per la sua avidità che lo spinse addirittura a sottrarre il mantello d'oro alla statua di Zeus), Dionisio II )che, regnando dal 367 al 354, richiamò a corte il filosofo Platone, venduto come schiavo dal suo predecessore Dionisio I), Agatocle ( che tentò invano la conquista di Cartagine),Ierone. Questa fu comunque anche un'epoca di grande fermento culturale, in cui operarono personaggi come il tragediografo Eschilo, che nel 472 fece rappresentare a Siracusa la sua tragedia "I Persiani": Sempre nel V secolo a.C. venne edificato il maestoso tempio dorico di Segesta, rimasto pressochè intatto sino ai giorni nostri, mentre al III secolo a.C. risale la costruzione di quel capolavoro dell'architettura teatrale che è il teatro greco di Taormina.

Approfondisci l'argomento cliccando sul link sottostante.

FONTE: Siciliamia.net

Per approfondire l'argomento: http://www.siciliamia.net/sicilia.htm#senso

lunedì 28 febbraio 2011

Sunscape - Sunscape 1999 (Italian Progressive Rock)


Veramente piacevole e molto coinvolgente l'ascolto di questo disco dei Milanesi "Sunscape". Le note scorrone lente, continue ed avvolgenti, specie negli incastri sonori in cui si insinua il flauto di Carlo Soppelsa. Il sound è una sorta di sperimentazione e psychedelia progressiva con riferimenti Kraut e nuove idee che avvicinano il gruppo ai King Crimson,Gong e Porcupine Tree , lasciando comunque spazio ad innovazioni progressive notevoli par fantasia e struttura. Consigliatissimo.
Track list:
01 - Nove
02 - Ewok
03 - 2CB
04 - Simbiosi
05 - Prospettiva
06 - Interno
07 - Consorzio Nettuno
08 - Agibilità Enpals
09 - Via di Qui
10 - Spore
11 - Schuswassen
12 - Shiva Ita
Line up:
Matteo Curcio - Bass,Vocals,Sequencing
Marco Da Rold - Guitars,Vocals
Tony Fucci - Drums
Carlo Soppelsa - Flute

sabato 19 febbraio 2011

Dono Celeste - So Linger 1999 (Italian Prog)

"So Linger" dei "Dono Celeste" figlio del nuovo progressive di matrice italica, è uno degli album più rappresentativi e più belli della "Mellow Records"etichetta specializzata nello scovare vere e proprie gemme musicali. Le sonorità del disco spaziano tra post-rock ,a tratti melodico ,ed atmosfere classicheggianti, ricamate sapientemente da arpeggi chitarristici. I tappeti di tastiere ipnotiche ed i ritmi intensi, rendono unico questo lavoro,anche se, a tratti, ci ricorda i passaggi visionari dei primi Pink Floyd.

Tracks list:
1) Cold Day
2) Obsessional Soul
3) Narcotic Swaging
4) Aloofness
5) L. August
6) Tripping Man
a) Schizoid Child
b) Dear People
c) Light Of Heaven

Line-up
Ignazio Serventi - Chitarra acustica,chitarra classica,chitarra elettrica,chitarra 12 corde.
Alessandro Buzzi - Batteria,Percussioni.
Giampaolo Piras - Basso.
Enrico Ghezzi - Piano,Minimoog,Tapeloops,Campionatore.
Anthony Graham Milner - voce

sabato 5 febbraio 2011

The Watch - Timeless (2011) Italian Symphonic Prog

Appena un anno dopo l'uscita di "Planet Earth"e dopo un estenuante tour che ha toccato nel 2010 la maggior parte d'Europa, gli Stati Uniti ed il Canada , i The Watch si ripropongono con questo nuovo album in studio, in uscita per lunedì 21 febbraio.
Credo siano inutili le raccomandazioni. I The Watch riusciranno certamente ad incantarci ancora
con le loro armoniose atmosfere sognanti.
Tracks list:
01) The Watch
02) Thunder Has Spoken
03) One Day
04) In The Wilderness
05) Soaring On
06) Let Us Now Make love
07) Scene Of The Crime
08) End Of The Road
09) Exit
10) Bonus: Stagnation - From the "Blue show 2010"
Video (The Watch Plays Genesis - The Knife)



domenica 30 gennaio 2011

Maury e i Pronomi - (Ec)citazioni Neoclassiche - 2005 (Italian Symphonic Prog)



Interessante lavoro, questo terzo CD dei "Maury e i Pronomi" che ripercorre le sonorità degli anni '70 con riferimento particolare alle "Orme". Il disco è permeato da gustose armonie vocali ricercate ma orecchiabili, tastiere flauto e chitarra elettrica che si alternano negli spunti sonori classicheggianti dove si avverte una affascinante tinta barocca. Di questo disco è stato scritto:che è un viaggio nell'onirico personale e nel fantastico (e forse mitizzato) mondo degli Dei, una sorta di Olimpo che si può tranquillamente collocare sia nella elegiaca Grecia, sia nel nostro personale Super-IO: la copertina in questo nci aiuta, perchè lo Zeus di turno si concretizza solo grazie alla serenità infantile che nasce dal libro aperto con ingordigia.


Tracks list:

01 - Racconti degli Dei ( 26:03)

a) Hermes e il Bambino

b) Affari di Famiglia

c) Campi di Delfi

d) Apollo,Minerva e l'Etrusco

e) Fiato Immortale

f) Le Porte dell'Averno

g) La Caduta degli Dei

02 - Lei e Venezia (12:02)

03 - Voglio Cambiare (5:49)

04 - Oceano (9:00)

05 - L'Assenza (7:41)
Line-up:
Maurizio Galia - Voce,Tastiere
Nicola Guerriero - Chitarre
Sergio Ponti - Batteria
Marco Giacone Griva - Chitarra solista
Enrico Testera - Basso,Chitarra acustica
Sergio Cagliero - Organo Hammond

sabato 29 gennaio 2011

Prowlers - Sweet Metamorfosi 1997 (Italian Symphonic Prog)


"Sweet Metamorfosi" e il terzo lavoro dei "prowlers" ed è in assoluto il miglior album della band,un vero capolavoro. 70 minuti di progressive sinfonico e psichedelico ben costruito con atmosfere spaziali e folk - Riferimenti ( Pink Floyd,Saint Just,BMS, Etc....)

Tracks list:
01 - Overture
02 - Dream of Music
03 - Five Young Musicians
04 - Shadows and Fires
05 - I'm so Different...I'm so Lonely
06 - Tum-pà!
07 - Dolce Metamorfosi
08 - Simboli Strani
09 - Oltre i Confini del Mondo
10 - L'ultima Metamorfosi

Line-up

Alfio Costa - Keyboards,Mellotron,Backing vocals
Alan Ghirardelli - Basso,Backing vocals
Laura Mombrini - Lead vocals
Giovanni Vezzoli - Dums,percussioni,Backing vocals
Flavio Costa - Electric,Acoustic and Classical Guitar,Backing vocals

Video - Dolce Metamorfosi




Discografia

Morgana (1994)





Mother & Fairy (1995) Doppio CD