Hobbit - Viaggio al Centro della Notte
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| Hobbit - Viaggio al Centro della Notte |
(Recensione tratta da "NonConforme" n.9 prim-est 99)
A tre anni dal loro Incipium ecco che gli Hobbit si ripropongono sulla scena del rock alternativo con un lavoro interessantissimo.
Si può dire con tranquillità e senza esagerare che "Viaggio al termine della notte" degli Hobbit rappresenta una delle migliori produzioni di musica rock-ambient. Grafica curatissima, che insieme all'alta qualità del suono e alla ricercatezza dei testi fa di questo CD un lavoro completo, pronto per spopolare tra chi ha voglia di ascoltare buona musica con contenuti di spessore; ascoltabile in ogni momento, buono per caricare e far riflettere. Passando ad un analisi più dettagliata si può dire che ci troviamo di fronte a dieci pezzi ben sistemati; si inizia con "Hobbit" cover dell'originale dei Diapason di Catania... anche se agli Hobbit va il merito non solo di averla portata alla ribalta ma di averla praticamente ricostruita e migliorata. Si continua con "La tua rivoluzione" specchio di un dramma generazionale dove tutti si credono rivoluzionari, tutti si sentono vivi ma non si rendono conto di essere già predestinati a passare per il mondo senza lasciare alcuna traccia di se. Il rock che ne esce fuori è melodico e ben cadenzato, caratteristica che si ritroverà in tutto il CD. Giusto e dovuto il tributo a "Dresda" perchè anche dopo parecchi anni è un crimine impunito che grida vendetta. Buono il mix tra acustico e distorto così come la scelta dei suoni. "Lady U$A": un occhio di riguardo per questa ballata destinata ad essere non solo il brano di punta ma anche una pietra miliare nel panorama musicale alternativo. Ottimo il legame tra musica e testo ad evidenziare che ci troviamo di fronte a giovani artisti che non hanno nulla da invidiare ai padri della nostra musica e non solo. Un sentimento di continuità porta gli Hobbit a dedicare "....E se fossero innocenti" a chi ha fatto del satanismo (demonizzare o delegittimare avversari politici) una ragione di vita... Nota tecnica: azzeccatissimi i cambi di tempo. Buono l'esperimento di "Alfiere" dove la voce fredda e megafonata e le distorsioni fanno risaltare ancor di più la povertà dell'alfiere. In "Angeli con la spada" si rimane in tema di anni '70 anche se letti in chiave diversa. Qui il messaggio è trans-generazionale e visto l'impegno politico militante degli Hobbit è facilmente immaginabile a chi si siano ispirati. Il rock è quello tipico del gruppo che rende la canzone ancor più aggressiva di quanto lo sia già. Ormai divenuto un classico, il brano "Ragazzo dell'Europa" si colloca tra le migliori canzoni europeiste con in più una volontà unificatrice in cui il messaggio che se ne trae è molto più che una semplice speranza . Altro interessante esperimento è "Schivi delle macchine". I suoni più cupi e più duri evidenziano una ricerca accurata . Il testo denuncia un mondo artificiale che sta stretto a chi fa della tradizione uno stile di vita. IL "Viaggio al termine della notte" si conclude con "Quale domani?" un brano dialogato anch'esso destinato a carpire l'attenzione dei più attenti per la musicalità e per la struttura che prevede una doppia interpretazione. Il testo è ben articolato tra disagio e speranza, tra realtà e volontà di determinarla. Il CD si chiude con una frase che lascia intendere che il viaggio non termina qua, ma è appena iniziato....Hobbit: un rock per la nazione.
Si può dire con tranquillità e senza esagerare che "Viaggio al termine della notte" degli Hobbit rappresenta una delle migliori produzioni di musica rock-ambient. Grafica curatissima, che insieme all'alta qualità del suono e alla ricercatezza dei testi fa di questo CD un lavoro completo, pronto per spopolare tra chi ha voglia di ascoltare buona musica con contenuti di spessore; ascoltabile in ogni momento, buono per caricare e far riflettere. Passando ad un analisi più dettagliata si può dire che ci troviamo di fronte a dieci pezzi ben sistemati; si inizia con "Hobbit" cover dell'originale dei Diapason di Catania... anche se agli Hobbit va il merito non solo di averla portata alla ribalta ma di averla praticamente ricostruita e migliorata. Si continua con "La tua rivoluzione" specchio di un dramma generazionale dove tutti si credono rivoluzionari, tutti si sentono vivi ma non si rendono conto di essere già predestinati a passare per il mondo senza lasciare alcuna traccia di se. Il rock che ne esce fuori è melodico e ben cadenzato, caratteristica che si ritroverà in tutto il CD. Giusto e dovuto il tributo a "Dresda" perchè anche dopo parecchi anni è un crimine impunito che grida vendetta. Buono il mix tra acustico e distorto così come la scelta dei suoni. "Lady U$A": un occhio di riguardo per questa ballata destinata ad essere non solo il brano di punta ma anche una pietra miliare nel panorama musicale alternativo. Ottimo il legame tra musica e testo ad evidenziare che ci troviamo di fronte a giovani artisti che non hanno nulla da invidiare ai padri della nostra musica e non solo. Un sentimento di continuità porta gli Hobbit a dedicare "....E se fossero innocenti" a chi ha fatto del satanismo (demonizzare o delegittimare avversari politici) una ragione di vita... Nota tecnica: azzeccatissimi i cambi di tempo. Buono l'esperimento di "Alfiere" dove la voce fredda e megafonata e le distorsioni fanno risaltare ancor di più la povertà dell'alfiere. In "Angeli con la spada" si rimane in tema di anni '70 anche se letti in chiave diversa. Qui il messaggio è trans-generazionale e visto l'impegno politico militante degli Hobbit è facilmente immaginabile a chi si siano ispirati. Il rock è quello tipico del gruppo che rende la canzone ancor più aggressiva di quanto lo sia già. Ormai divenuto un classico, il brano "Ragazzo dell'Europa" si colloca tra le migliori canzoni europeiste con in più una volontà unificatrice in cui il messaggio che se ne trae è molto più che una semplice speranza . Altro interessante esperimento è "Schivi delle macchine". I suoni più cupi e più duri evidenziano una ricerca accurata . Il testo denuncia un mondo artificiale che sta stretto a chi fa della tradizione uno stile di vita. IL "Viaggio al termine della notte" si conclude con "Quale domani?" un brano dialogato anch'esso destinato a carpire l'attenzione dei più attenti per la musicalità e per la struttura che prevede una doppia interpretazione. Il testo è ben articolato tra disagio e speranza, tra realtà e volontà di determinarla. Il CD si chiude con una frase che lascia intendere che il viaggio non termina qua, ma è appena iniziato....Hobbit: un rock per la nazione.
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