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giovedì 22 maggio 2025

Opeth - Heritage 2011 Prog Metal (Svezia)

                                          Opeth - Heritage

Opeth - Heritage

Heritage rappresenta una svolta radicale nella discografia degli Opeth, segnando una rottura netta con gli esordi death metal della band per abbracciare un percorso più orientato verso il progressive rock e le influenze jazz. Quest'album, sebbene in apparenza diverso rispetto alle atmosfere dark e cupe di album classici come "Still Life" o "Blackwater Park", può essere letto come un manifesto d'evoluzione artistica che si interroga sul concetto di identità musicale. Nel contesto della scena prog metal moderna, Heritage si presenta non solo un capitolo inatteso, ma anche come quello che ha ispirato una nuova generazione di artisti, contribuendo a ridefinire i confini del genere.

Il contesto storico e l'evoluzione degli Opeth

La carriera degli Opeth è sempre stata caratterizzata da continui tentativi di superare i confini convenzionali del metal, evolvendosi costantemente in nuove direzioni artistiche. Inizialmente conosciuti per la loro miscela di death metal e progressive rock, con dischi fondamentali come "Morningrise" e "Blackwater Park", la band ha progressivamente cercato di abbandonare gli schemi della brutalità per approfondire sonorità più melodiche e sperimentali. Heritage è l'esempio per eccellenza di questa evoluzione: nell'album si osserva una scelta deliberata di allontanarsi dall'estetica metal-core iniziale per abbracciare una struttura compositiva complessa e raffinata, ispirata ai grandi classici del prog dei '70.
 
                                        Produzione e Registrazione

Dal punto di vista compositivo, Heritage segna un importante passaggio nella dinamica narrativa della band. L'album si contraddistingue per strutture compositive elaborate e progressioni armoniche raffinate, elementi che sono stati ampiamente studiati nel contesto della storia del progressive rock. I brani, lunghi e articolati, rivelano un meticoloso approfondimento nelle variazioni tematiche e nelle dinamiche ritmiche, in cui le influenze jazz e fusion emergono in maniera evidente. Mentre album come "Still Life " e "Blackwater Park" includevano lunghe traversate e passaggi strumentali che ben si spingevano nel territorio del metal, Heritage offre un approccio più strutturato e meno impulsivo, in cui la fusione tra improvvisazione jazz e forma più rigida del prog rock risulta perfettamente bilanciata.

                                                     Influenza Jazz e Prog Rock

Un elemento distintivo di Heritage è la presenza marcata delle influenze jazz all'interno delle sue tracce. Queste influenze si manifestano non solo nella scelta degli arrangiamenti, ma anche nelle fluidità e nella sperimentazione ritmica che caratterizzano l'intero album. I solisti e i momenti di improvvisazione sono trattati con una sensibilità tanto intellettuale quanto emotiva, richiamando momenti d'oro del prog rock d'epoca e attraversando le sperimentazioni che hanno contraddistinto band come King Crimson e Gentle Giant. Questo approccio, sebbene sorprendente per i fan dei primi lavori degli Opeth, dimostra una volontà di evoluzione e di esplorazione sonora che ha permesso alla band di rinnovarsi pur mantenendo un legame diretto con le radici del metal prog.

                                                        Il Distacco dal Death Metal

Un aspetto che non può essere trascurato nella recensione di Heritage è il marcato distacco dal death metal degli esordi della band. L'allontanamento dalle sonorità brutalmente psichedeliche e dalla pesantezza tipica del death metal rende quest'album un punto di svolta, in cui la comunità metal si è trovata a dover riconsiderare le proprie preconcette definizioni. La scelta stilistica di integrare sonorità più morbide e strutture musicali complessivamente più complesse ha diviso i pareri dei fan tradizionali, ma nel contempo ha aperto nuovi orizzonti per il progressive metal moderno. In Heritage risulta evidente che gli Opeth abbiano deciso di privilegiare l'espressione musicale e la ricerca artistica, lasciando dietro di sè una parte della loro identità precedente per abbracciare una nuova forma di narrazione sonora.

                     Analisi delle Strutture Compositive e Progressioni Armoniche

L'analisi delle strutture compositive in Heritage rivela il grande impegno con cui la band ha studiato e reinterpretato i canoni classici del progressive rock. I brani sono caratterizzati da lunghi passaggi strumentali, ricchi di variazioni armoniche e di ambi di tempo inaspettati, che portano l'ascoltatore in un viaggio attraverso scenari musicali complessi e coinvolgenti. Le progressioni armoniche, studiate nei minimi dettagli, evidenziando una metodologia che va ben oltre la semplice struttura convenzionale del rock. I temi si sviluppano in maniera organica, intersecandosi e sovrapponendosi con altri elementi melodici, creando una trama sonora densa e stratificata. Questo approccio ha avuto un impatto significativo sul panorama del progressive metal moderno, influenzando artisti e band che da allora hanno cercato di integrare una maggiore complessità armonica nelle loro composizioni.

                              Impatto sull'ambiente progressive metal moderno

L'influenza di Heritage sulla scena prog metal moderna non può essere sottovalutata. Il passaggio verso una sonorità più articolata e meno focalizzata sul metal estremo ha aperto nuove strade di espressione, stimolando una riflessione più ampia sulla definizione stessa di progressive metal. Con quest'album gli Opeth hanno incoraggiato band emergenti e sperimentare con strutture musicali complesse, a integrarsi con elementi di musica jazz e a rivalutare i canoni estetici del metal. Il risultato è una generazione di artisti che, pur mantenendo una radice nel metal, si cimentano in territori sonori più ampi e innovativi, confermando l'importanza di Heritage come punto di riferimento storico e artistico.

                                       Influenza storica e riferimenti accademici

Da un punto di vista accademico, Heritage può essere interpretato come un caso di studio sulla trasformazione di generi musicali nel corso del tempo. Il passaggio dalla brutalità del death metal verso una composizione basata su strutture progressive e influenze jazz rispecchia concetti espressi da studiosi di musica e teoria del rock, che evidenziano come la fusione di generi possa dare vita ad una narrazione sonora inedita. La ricchezza armonica, l'uso di modulazione e le dinamiche ritmiche non sono solo scelte stilistiche, ma rappresentano una decisione consapevole di allinearsi con i modelli del rock progressivo degli anni '70. Gli elementi che si richiamano al progressive rock classico aggiungono un ulteriore livello interpretativo, fornendo agli ascoltatori un'esperienza che trascende il semplice intrattenimento, proponendo una vera e propria analisi storica e musicale.

                                           Analisi critica degli aspetti dell'album

Una valutazione complessiva degli aspetti di Heritage richiede l'esame di diverse componenti:
Produzione: La qualità delle registrazioni e l'uso di tecniche analogiche conferiscono all'album un'atmosfera densa ed evocativa. la produzione si distingue per chiarezza, dettagli ed una particolare attenzione alla resa degli strumenti, risultando una delle componenti più riuscite dell'opera.
Composizione: Le strutture musicali sono complesse e ben articolate, con progressioni armoniche innovative ed un abile integrazione di elementi jazz e fusion. La composizione risulta un perfetto esempio di ricerca artistica, capace di reinventarsi pur rimanendo fedele alle radici del prog rock.
Esecuzione: La performance degli Opeth in Heritage è misurata e consapevole, con esecuzioni strumentali che evidenziano la maturità tecnica e l'evoluzione stilistica della band. La capacità di bilanciare momenti intensi e delicati all'interno delle stesse tracce testimonia una grande padronanza dell'arte musicale.
Influenza e innovazione: Heritage ha avuto un impatto notevole sul panorama del progressive metal, spingendo artisti e band a esplorare nuove direzioni sonore. L'audacia del cambiamento e la capacità di fondere diversi generi musicali rendono quest'album un punto di riferimento importante per il genere.
Comparazione con album precedenti: Rispetto a Still Life e Blackwater Park, Heritage presenta una maturità compositiva e una ricerca sonora più profonda, pur mantenendo un legame indissolubile con il passato. Mentre i due album storici giocano su dualità di luce ed oscurità, Heritage si configura come una riflessione più sobria e intellettuale sulla propria identità artistica, con una maggiore enfasi sugli aspetti melodici e armonici.

                                            Conclusione e Valutazioni finali

In conclusione, Heritage degli Opeth rappresenta un audace esperimento musicale che ha segnato una svolta epocale nella storia della band e nell'intero panorama del progressive metal. La scelta di abbandonare gradualmente le radici del death metal a favore di sonorità progressive e influenze jazz è stata una mossa poetica e strategica, in grado di elevare il lavoro degli Opeth a un livello di complessità e riflessione raro nel genere. Pur suscitando reazioni miste tra i puristi del metal, l'album ha consolidato il ruolo della band come innovatrice, capace di reinventarsi senza mai perdere la propria identità artistica.

Dal punto di vista della produzione,  l'album si distingue per la sua qualità sonora e per l'utilizzo sapiente del registro analogico, che rende ogni traccia un'esperienza immersiva. Le strutture compositive ricche e articolate, unite a progressioni armoniche studiate nei minimi dettagli, offrono agli appassionati del prog un panorama sonoro in cui ogni ascolto rivela nuovi particolari e sfumature. In questo contesto, Heritage si inserisce come una tappa fondamentale nella storia della musica, gettando un ponte tra il passato glorioso del progressive rock e le tendenze innovative del metal contemporaneo.

Per i fan dei primi lavori degli Opeth, che si rispecchiano in dischi come "Still Life" e "Blackwater Park", Heritage può inizialmente apparire come un cambiamento drastico, quasi un'eresia stilistica. Tuttavia, una volta superato lo shock iniziale, diventa chiaro che si tratta di una evoluzione ponderata e ricca di spunti di riflessione, in cui la band dimostra una capacità incredibile di abbracciare la complessità del proprio linguaggio musicale e di reinterpretare i canoni del genere in chiave moderna. La presenza di influenze jazz non è casuale, ma piuttosto il risultato di un dialogo continuo con la tradizione musicale, che ha sempre contraddistinto il percorso degli Opeth.

Considerando ogni aspetto, Heritage raggiunge punteggi notevoli in termini di originalità, esecuzione tecnica e impatto culturale. La capacità di fondere elementi apparentemente inconciliabili - la delicatezza del jazz, la complessità strutturale del prog rock e l'energia del metal - rende l'album un'opera d'arte che si presta ad analisi approfondite sia da parte degli appassionati che degli studiosi di musica. In definita, Heritage non è soltanto una raccolta di canzoni, ma un manifesto di rinnovamento che ha saputo ridefinire la traiettoria degli Opeth ed influenzare in maniera decisiva il panorama del progressive metal.

            In termini di valutazione tecnica e artistica, Heritage si distingue per:

Innovazione stilistica e capacità d'evoluzione nel tempo.
Elevata qualità della produzione sonora, che regala una resa analogica calda e dettagliata.
Complessità compositiva, supportata da progressioni armoniche sofisticate e da arrangiamenti ricercati.
Impatto culturale significativo, che ha aperto nuove vie creative nel panorama del progressive metal.
Un equilibrio perfetto tra la tradizione del rock progressivo degli anni '70 e la spinta innovativa della musica moderna.

Concludendo, Heritage non è semplicemente un album, ma un viaggio attraverso le trasformazioni stilistiche e culturali dei nostri tempi. Gli Opeth, con questo lavoro, hanno dimostrato una grande capacità di rinnovamento, sapendo dialogare con la tradizione musicale per creare qualcosa di nuovo e stimolante. Che si tratti di un ascolto attento da parte degli studiosi o di una scoperta appassionante per i fan del prog metal, Heritage si conferma come un'opera imprescindibile e irripetibile nel panorama musicale contemporaneo. 

Per gli appassionati e i critici, Heritage offre spunti di riflessione su temi universali: l'evoluzione della forma, la fusione tra innovazione e tradizione, e la capacità della musica di rinnovarsi continuamente pur rimanendo fedele alla propria essenza. Ed è proprio in questa intersezione che l'album si insedia come un pilastro del progressive metal moderno, mostrando che l'arte si nutre anche del cambiamento e che ogni trasformazione, per quanto audace, possiede la potenzialità di arricchire il panorama musicale globale.

In sintesi, Heritage degli Opeth è un'opera che va ben oltre il semplice album concept: è un'analisi critica e una sperimentazione sonora che ha saputo rinnovare i canoni del progressive rock e del metal, offrendo una visione futura in cui l'evoluzione e la fusione dei generi sono al centro del discorso artistico. Per questo motivo, l'album merita una valutazione estremamente positiva in termini di produzione, composizione, esecuzione e innovazione, e rappresenta un punto di riferimento imprescindibile sia per i fan storici che per la nuova generazione di appassionati di progressive metal.

                                                                          Full Album

mercoledì 21 maggio 2025

Flower Kings - Love 2024 (Symphonic Prog) Svezia

                          Flower Kings - Love

                                      Symphonic Prog

Flower Kings - Love

L'album "Love" dei Flower Kings rappresenta un perfetto connubio fra tradizione e innovazione. Con una cura estrema dedicata all'aspetto strumentale, il gruppo ha saputo cogliere lo spirito del progressive rock classico, arricchendolo con nuove scelte melodiche, progressioni armoniche più complesse e una sperimentazione ritmica che va dai tempi lirici ai passaggi più aspri e composti. Ogni traccia, esibisce un'evoluzione che va oltre la semplice continuità con i lavori degli ultimi anni - in particolare quelli prodotti dal 2015 in poi - e si configura come un percorso di maturazione sonora.

Le influenze prese in prestito dalle leggende del genere, quali Yes, Genesis e King Crimson, vengono reinterpretate in chiave moderna, grazie anche a un lavoro preciso sulle parti di chitarra e tastiere: le linee ritmiche e le melodie si intrecciano in maniera impeccabile, mostrando la capacità della band di innovarsi senza rinunciare all'identità. La meticolosa analisi del tempo, tonalità e progressioni armoniche evidenzia come "Love" sia concepito non solo per stupire per virtuosismo tecnico, ma anche per instaurare un dialogo costante col passato, con richiami e omaggi che fanno da ponte al futuro.

Rispetto agli album recenti, "Love" si presenta come un'opera più complessa e articolata, che spinge l'ascoltatore a un'esperienza immersiva grazie ad arrangiamenti studiati in maniera scrupolosa. La band ha saputo integrare con successo elementi sperimentali e innovativi mantenendo una coerenza stilistica che predispone il lavoro nella tradizione dei più grandi disk del Prog Rock. La progressione armonica, l'uso sapiente della dinamica e le scelte melodiche ed armoniche dimostrano una band che ha compreso, oltre al lato tecnico, l'arte di raccontare una storia attraverso la musica.

In definitiva, "Love" si configura come uno degli album più ambiziosi e completi nell'evoluzione dei Flower Kings. Pur confrontandosi con opere storiche della band, questo lavoro riesce a emergere per un rinnovato senso di sperimentazione, in cui l'identità originale del gruppo si fonde con nuove idee e tecniche d'avanguardia. Se da un lato l'album si ispira ai capolavori del passato, dall'altro rappresenta un passo avanti che guarda al futuro del Progressive rock, mantenendo comunque fede ai canoni estetici e tecnici che hanno sempre contraddistinto i Flower Kings.

Chi si immerge nell'ascolto di "Love" potrà apprezzare non solo le capacità tecniche di esecuzione, ma anche l'evoluzione artistica che denota ogni dettaglio, dalla scelta dei tempi e tonalità fino alle sfumature degli arrangiamenti orchestrali moderni. Il risultato è un album che dialoga con  il passato e guarda al domani, collocandosi a cavallo tra le opere più memorabili della band e una produzione rivisitata che saprà restituire al pubblico la magia e l'energia del Prog Rock autentico.

In conclusione, "Love" dei Flower Kings non è soltanto una raccolta di 12 brani, bensì un viaggio attraverso le epoche del Progressive Rock, un'esperienza sonora che dimostra come il gruppo sappia evolversi pur rimanendo fedele alla propria essenza. Quest'album si posiziona tra le migliori opere ella band, confermando il ruolo dei Flower Kings come maestri nell'arte del rock progressivo e offrendo un contributo significativo al panorama musicale attuale, in un equilibrio perfetto tra innovazione e omaggio alla storia del genere.

Track lists:

01) We Claim The Moon  6:36

02) The Elder  11:09

03) How Can You Leave Us Now!?  5:52

04) World Spinning  2:04

05) Burning Both Edges  7:43

06) The Rubble  4:17

07) Kaiser Razor  2:26

08) The Phoenix  3:35

09) The Promise  3:56

10) Love Is  6:02

11) Walls Of Shame  6:57

12) Considerations  10:14

Line-up:

Mirko DeMaio - Drums & Percussion

Lalle Larsson - Grand Piano, Rodhes Piano, Hammond B3 & Synthesizers

Hans Froberg - Vocals

Michael Stolt - Bass, Moogbass, Vocals

Roine Stolt - Vocals, Electric & Ac. 6&12 String Guitars & Ukelele

With:

Hasse Bruniusson - Percussion

Jannica Lund - Vocal

Aliaksandr Yasinski - Accordion

And thanx to Jacob Collier and his 'World choir'


Per un primo ascolto.

                                            How Can You Leave Us Now!? (Official Video)

martedì 25 marzo 2025

Phideaux - Doomsday Afternoon 2007 (Symphonic Prog) US

                                        Rubrica: Solo Capolavori

                                           Phideaux - Doomsday Afternoon 2007

                                                         Symphonic Prog (US)

 "Doomsday Afternon", album capolavoro pubblicato dai Phideaux  nel 2007.

Questa è una descrizione minima brano per brano che da comunque l'idea della grandiosità del progetto:

01) Brano "Micro Softdeathstar" - Analisi e tematiche trattate

Il brano "Micro Softdeathstar" apre l'album con una potente dichiarazione musicale, combinando elementi di rock progressivo con testi oscuri che esplorano temi di distruzione e decadenza tecnologica. La complessità degli arrangiamenti e la profondità del testo offrono uno sguardo critico sulla dipendenza dalla tecnologia e sulle conseguenze che questa può avere sulla società. La musica ricca di variazioni di tempo e di texture, crea un'atmosfera inquietante ma affascinante.

02) "The Doctrine of Eternal Ice  (Part One)" - Struttura e significato

"The Doctrine of Eternal Ice (Part One)" introduce una componente più riflessiva e sperimentale nell'album: La struttura del brano si distingue per l'uso  di melodie eteree e per la sua capacità di evocare immagini di paesaggi ghiacciati e deserti, metafora di un isolamento emotivo. Il significato del brano può essere interpretato come una critica verso l'immobilismo e la fredda indifferenza nella società moderna.

03) "Candybrain" - Melodie e atmosfere

La traccia "Candybrain" si distacca con le sue melodie orecchiabili e un mood apparentemente più leggero. Tuttavia, sotto la superficie delle armonie accattivanti si nasconde una critica acerba al consumismo e alla superficialità. La capacita di Phideaux di intrecciare contesti sonori intricati con testi provocatori risulta evidente, creando contrasti tra la dolcezza delle melodie e l'amarezza dei messaggi.

04) "Crumble" - Testi e messaggio

"Crumble" si presenta come una ballata intensa, focalizzata sull'inevitabilità del cambiamento e sulle rovine che seguono l'orgoglio e l'autodistruzione. I testi riflettenti invitano all'introspezione, mentre la musica sostiene e amplifica il senso di caducità e trascendenza che pervade il brano. La capacità del gruppo di fondere liriche potenti con melodie evocative dimostra la loro competenza nell'esplorare temi profondi attraverso il medium musicale.

05) "The Doctrine of Eternal Ice (Part Two)" - Evoluzione rispetto alla Parte Uno

La seconda parte di "The Doctrine of Eternal Ice" approfondisce le tematiche introdotte nella sua controparte iniziale, ma con un approccio più diretto e una maggiore intensità nell'esecuzione. Questo brano rappresenta un'evoluzione significativa in termini di dinamiche musicali e narrativa, conducendo l'ascoltatore attraverso un gamma più ampia di emozioni e riflessioni. E' un esempio maestoso di come un'idea può essere espansa e reinterpretata in modo creativo mantenendo coerenza e intensità.

06) "Thank You For The Evil" - Interpretazione e Retroscena

"Thank You For The Evil" sorprende per la sua atmosfera teatrale e per le implicazioni oscure nelle liriche. La canzone può essere vista come una satira verso le istituzioni e il potere, esprimendo gratitudine con un tono marcatamente ironico verso coloro che perpetuano ingiustizie e male. Musicalmente, il brano si distingue per l'uso audace di contrasti dinamici e una narrazione che cattura l'attenzione fino all'ultimo.

07) "A Wasteland of Memories" - Composizione e arrangiamenti

Con "A Wasteland of Memories", i Phideaux propongono una riflessine malinconica sull'effimero, sull'oblio e sulla nostalgia. La composizione evoca un paesaggio sonoro vasto e desolato, dove gli arrangiamenti meticolosi contribuiscono a creare un senso di solitudine e riflessione profonda. La scelta degli strumenti e l'approccio alla composizione dimostrano la volontà della band di sperimentare e di esplorare nuovi territori musicali.

08) "Crumble" - Confronto con la traccia numero 4

La reinserzione di "Crumble" offre l'opportunità di esaminare il brano da una prospettiva diversa. Confrontando le due versioni, è possibile apprezzare le scelte artistiche e le variazioni interpretative che arricchiscono l'ascolto e approfondiscono la comprensione del messaggio. Questa scelta evidenzia la creatività dei Phideaux nell'evolvere il loro lavoro e nel presentare i loro brani in contesti nuovi.

09) "Formaldehyde" - Elementi Strumentali e vocali

"Formaldehyde" colpisce per il suo immediato impatto emotivo, grazie ad un sapiente uso di elementi strumentali ed a prestazioni vocali intense. Il brano si distacca per la sua ricchezza timbrica e per la capacità di fondere la profondità dei testi con un tessuto sonoro complesso, dimostrando l'abilità dei Phideaux nel creare musica che sia allo stesso tempo accessibile e ricca di livelli di interpretazione.

10) "Microdeath Softstar" - Chiusura dell'album e riflessione

"Microdeath Softstar" conclude l'album con un potente richiamo alle tematiche introdotte all'inizio, chiudendo il cerchio sia musicalmente che concettualmente. La canzone riecheggia e amplifica le riflessioni proposte nei brani precedenti, invitando a un'ultima, intensa meditazione su temi di perdita, rinascita e dualità della natura umana. La chiusura dell'album lascia l'ascoltatore con una profonda riflessione sulla condizione umana nell'epoca moderna.

Breve riflessione sulla discografia completa dei Phideaux

L'esplorazione dell'album "Doomsday Afternoon" da parte dei Phideaux rivela la profondità e la complessità del loro approccio alla composizione musicale. Attraverso una discografia caratterizzata da audacia e innovazione, la band ha continuato a esplorare temi sociali, filosofici ed esistenziali con una profondità raramente vista nel panorama musicale moderno. Ogni album, inclusa questa perla, è un capitolo di un viaggio che non teme di affrontare le sfide del nostro tempo, rendendo i Phideaux una delle band più intriganti e significative del loro genere.

Per un primo ascolto:

                                                                      Formaldehyde

                                                                Thank You For The Evil

Discografia:
                                                             Phideaux Xavier: Friction (1992)
                                                                                           Fiendish (2003)
                                                                                         Ghost Story (2004)

                                                                                        Chupacabras (2005)
                                                                                               313 (2006)
                                                                             
                                                                                    The Great Leap (2006)
                                                                            The Doomsday Afternoon (2007)
                                                                                      Number Seven (2009)
                                                                                          Snowtorch (2011)
                                                                                           Infernal (2018)
                                                                                      All Is Number (2020)

lunedì 4 novembre 2024

Citizen Cain - Somewhere but Yesterday 1994 (Symphonic Prog) UK

Citizen Cain

                                  "Somewhere but Yesterday"


Se sei stato un fan dei Genesis non potrai fare a meno di conoscere questo disco. E' semplicemente fantastico, gli intrecci sonori delle tastiere di Stewart Bell, oltre che al timbro dannatamente Trespass e Nursery Cryme, la chitarra di Alistar MacGregor, la perfezione degli arrangiamenti, la sezione ritmica sostenuta dall'impeccabile lavoro di Andy Gilmour al basso e Nick Arkless alla batteria e il timbro 'Gabriel' vocale di George Scott "Cyrus" ci riportano indietro all'età dell'oro del progressive rock barocco e romantico, dove eleganza e ricercatezza erano le caratteristiche principali che contraddistinguevano ogni passaggio strumentale.

TRACKS LISTING

1) Jonny Had Another Face / Parallel Lines (10:30)
2) Junk and Donuts / An Afterthought (9:20)
3) To Dance the Enamel-Faced Queen / Beyond the Boundaries (10:25)
4) Somewere but Yesterday / A Word in Your Ear (25:40)
a - Owls
b - Obssessions
c - The Ballad of Creepy John
d - Echoes - The Labyrinth Penumbra
e - All the Sin's Men
f - Farewell
g - A Word in Your Ear
5) Strange Barbarians / The Mother's Shroud (11:50)

Symphonic Prog (Genesis style by Gabriel) Un vero capolavoro.

Citizen Cain


DISCOGRAFIA:

                                               1) Serpent in Camouflage (1992)



                                                       2) Somewhere but Yesterday (1994)




                            3) Ghost Dance (1996) Album postumo con brani degli anni '80

                     
                                                                      Full album


                                                           4) Rising the Stones (1997)










                                                                5) Playing Dead (2002)




                                                                 6) Skies Darken (2012)





domenica 20 ottobre 2024

The Flower Kings - Space Revolver 2000 (Symphonic Prog) Svezia

                         The Flower Kings - Space Revolver

                              Symphonic Prog (2000) Svezia

The Flower Kings - Space Revolver

I The Flower Kings, una delle band più influenti del progressive rock, hanno continuato a evolversi e a innovare dal 2000 in poi. Con un suono caratteristico che combina melodie affascinanti e complessi arrangiamenti musicali, la band ha attratto un pubblico sempre più vasto. I membri della band hanno esplorato nuove sonorità e tematiche, contribuendo alla loro crescita artistica.
 Questo mio post fornisce una breve analisi della loro produzione musicale recente e dell'impatto che hanno avuto nel panorama musicale contemporaneo.

Prima di "Space Revolver", la band ha pubblicato album significativi come "Back in the World of Adventures" nel 1995, "Retropolis" nel 1996, "Stardust We Are" nel 1997 e "Flower Power" nel 1999. Questi lavori hanno posto le basi per il loro suono distintivo, caratterizzato da lunghe suite musicali e arrangiamenti intricati. Con "Flower Power", la band ha ulteriormente ampliato le proprie sonorità, affrontando temi filosofici e sociali. Ogni album ha visto una progressione nella produzione e nella scrittura dei testi, cementando la reputazione della band nel genere del rock progressivo.

Album imperdibili pubblicati dopo il 2000

Space Revolver (2000): un'opera che segna una transizione verso sonorità più moderne.

The Rainmaker (2001): un album che vede un ritorno a melodie più classiche del loro repertorio.

Unfold the Future (2002): caratterizzato da una forte impronta jazz e sperimentale.

Adam & Eve (2004): un lavoro che riflette temi più maturi e personali.

Paradox Hotel (2006): la band con questo lavoro ha sperimentato ulteriormente, introducendo nuovi elementi sonori e testi introspettivi.

Waiting for Miracles (2019): album fondamentale, che mostra nuove innovazioni e collaborazioni.

Altri lavori: The Sum Of No Evil (2007), Banks of Eden (2012), Desolation Rose (2013), Islands (2020), By Royal Decree (2022) e Look At You Now (2023)

Dal 2000. i The Flower Kings hanno visto un'evoluzione del loro stile musicale, incorporando elementi di jazz fusion, rock progressivo classico e persino influenze pop. Questa fusione di generi ha reso la loro musica ancora più accessibile e interessante per un pubblico variegato. Con la crescente complessità delle composizioni, i membri della band hanno anche ampliato il loro arsenale strumentale. La sezione ritmica è diventata più dinamica e sfumata, mentre le tastiere hanno assunto un ruolo predominante, creando paesaggi sonori ricchi. La loro abilità di mescolare armonie vocali e strumentali rimane una marchio di fabbrica.

Analisi dell'album "Space Revolver"

"Space Revolver", pubblicato nel 2000, è un'opera importante nella carriera dei The Flower Kings. L'album presenta brani iconici come "I Am The Sun (part one e Two)" e "Monster Within" che combinano melodie accattivanti con strutture complesse. Le sonorità spaziali e i temi di esplorazione dell'universo riflettono l'ambizione creativa della band in questo progetto. Ogni traccia si distingue per l'uso di strumenti solisti e armonie vocali, creando un'atmosfera immersiva e coinvolgente per l'ascoltatore.

Temi e sonorità del disco

In "Space Revolver", la band esplora temi di esistenza, coscienza e l'inesauribile ricerca della verità. La produzione sonora e caratterizzata da una fusione di elementi rock e prog, con influenze psichedeliche che emergono in diverse tracce. La chitarra di Roine Stolt e le tastiere di Tomas Bodin sono al centro di ogni composizione, offrendo sia momenti di intensa grazia che esplosioni di energia sonora. Quest'album rappresenta un'importante evoluzione nel sound della band, evidenziando la loro capacità di sfidare le convenzioni musicali.
In conclusione, "Space Revolver" non è solo un capolavoro musicalmente, ma un'eco duratura del genio dei The Flower Kings. Le sue tematiche e sonorità sono ancora rilevanti, dimostrando l'universalità della loro musica. Rimanendo un punto di riferimento, l'album continua a ispirare nuove generazioni di musicisti e ascoltatori, garantendo la sua eredità nel mondo della musica.

Tracklist:

01) I Am The Sun (part one)    15:03
02) Dream On Dreamer    2:43
03) Rumble Fish Twist    8:06
04) Monster Within    12:55
05) Chicken Farmer Song    5:09
06) Underdog    5:29
07) You Don't Know What You've Got    2:39
08) Slave To Money    7:30
09) A Kings Prayer    6:02
10) I Am The Sun (part two)    10:48 

Line-up

Hasse Froberg - Voce solista e cori, Chitarra acustica
Tomas Bodin - Pianoforte, Organo, Mellotron , Sintetizzatore
Roine Stolt - Chitarra , Basso, Voce solista e cori
Jonas Reingold - Basso, Basso Fretless
Hasse Bruniusson - Percussioni, Voci

Con

 Ulf Wallander - Sassofono soprano

Per un primo ascolto
                                                          I Am The Sun (part one e two)

                                                                  Monster Within (live)



venerdì 18 ottobre 2024

Transatlantic - Bridge Across Forever 2001 (Symphonic Prog) Multinazioni

                       Transatlantic - Bridge Across Forever

                        Symphonic Prog (Multinazioni) 2001

Transatlantic - Bridge Across Forever

I Transatlantic sono una band di progressive rock formata nel 1999, composta da membri di rinomate band come Spock's Beard, Dream Theater, The Flower Kings e Marillion. L'idea di unirsi è nata dalla passione condivisa per la musica colta e le sonorità ricche. Il gruppo è composto da Neal Morse, Mike Portnoy, Roine Stolt e Pete Trawavas, ognuno portando il proprio stile distintivo e la propria esperienza musicale. La loro musica è caratterizzata da esperimenti audaci e una fusione di vari elementi del rock progressivo. Con il loro secondo album "Bridge Across Forever", hanno ulteriormente espanso il loro suono e la loro visione artistica. Questo lavoro rappresenta non solo una collaborazione tra musicisti talentuosi, ma anche una vera e propria celebrazione della musica Prog.

Composizioni principali e la loro influenza

Neal Morse, noto per le sue capacità di composizione e l'approccio eclettico al pianoforte, è la voce principale e ha un ruolo cruciale nella scrittura dei testi. Mike Portnoy, batterista di fama mondiale, è famoso per il suo stile energico e le sue complesse sequenze ritmiche. Roine Stolt, chitarrista e cantante, porta un tocco melodico influenzato dal rock scandinavo, mentre Pete Trewavas, bassista, aggiunge profondità armonica e groove. Insieme, questi musicisti mescolano le loro esperienze, creando un suono inconfondibile, ricco di armonie vocali e complessi arrangiamenti strumentali. Ogni membro contribuisce in modo significativo, rendendo il lavoro di gruppo una vera sinfonia di talenti.

Evoluzione musicale e stili distintivi

Nel corso degli anni i Transatlantic hanno evoluto il loro stile musicale, incorporando elementi di Rock, metal e musica classica. Il loro approccio fluido e sperimentale ha definito il loro suono distintivo, caratterizzato da brani lunghi e intricate strutture musicali. "Bridge Across Forever" è un esempio perfetto di questa evoluzione, dove i temi musicali e lirici si intrecciano in un viaggio sonoro esclusivo. L'album presenta complesse dinamiche musicali, con parti di tastiere elaborate, assolo di chitarra avvincenti e sezioni ritmiche pulsanti. Questo mix di influenze crea un'atmosfera unica che contraddistingue la band nel panorama del progressive rock.

Analisi dell'album "Bridge Across Forever"

Pubblicato nel 2001, "Bridge Across Forever" offre una combinazione di brani epici e momenti più intimi. Il Brano di apertura "Duel With The Devil" è un viaggio musicale che si estende per oltre 26 minuti, affrontando temi di conflitto e resa. Altri brani come "Stranger in Your Soul" e "Bridge Across Forever" mostrano la maestria collettiva del gruppo, con sezioni che richiamano momenti di grande intensità emotiva. Le melodie accattivanti e gli arrangiamenti complessi non solo catturano l'orecchio, ma invitano anche l'ascoltatore a riflettere più a fondo sul contenuto dei testi. "Bridge Across Forever" è dunque un'opera di grande respiro, dimostrando la capacità della band di unire tecnica e emozione.

Tematiche e testi di brani

I testi di "Bridge Across Forever" affrontano una varietà di temi, dall'amore e la perdita alla ricerca del significato della vita.I brani riescono ad esplorare le complessità delle relazioni umane attraverso metafore e narrazioni evocative. La presenza di un forte messaggio di unità e connessione traspare chiaramente, creando un legame profondo con l'ascoltatore. Le melodie, unite a testi potenti, offrono un'esperienza di ascolto che è tanto intellettuale quanto emotiva. Questa capacità di fondere testi significativi con una musica altrettanto complessa è una delle chiavi del successo dei Transatlantic.

Impatto e ricezione da parte del pubblico e della critica

In conclusione, "Bridge Across Forever" non è semplice album; è un capolavoro che riflette la passione e la creatività di una band davvero unica. I Transatlantic hanno dimostrato che il rock progressivo può essere sia complesso che accessibile, creando brani che sfidano il tempo e invitano alla riflessione. Attraverso un mix di competenze musicali e testi potenti, hanno inventato una narrativa musicale che continua a risuonare con i loro ascoltatori, rendendo la loro musica un viaggio emozionante da intraprendere.

Tracklist:

1) Duel With the Devil        (26:43)
2) Suite Charlotte Pike        (14:30)
3) Bridge Across Forever    (05:33)
4) Stranger in Your Soul      (26:05)

Line-up

Neal Morse - Voce, Pianoforte, Organo Hammond, Minimoog, Fender Rodhes, Sintetizzatore, Chitarre , Mandolino
Roine Stolt - Chitarra elettrica e acustica, Mellotron, Tastiere, Percussioni, Voce
Pete Trewavas - Basso, Pedali per basso, Voce
Mike Portnoy - Batteria, Voce

Con

Chris Carmichael - Violini, Viola e Violoncello
Keith Mears - Sassofono
The "Elite" Choir - Cori

Per un primo ascolto
                                                                 Duel With the Devil 

                                                                  Bridge Across Forever


giovedì 17 ottobre 2024

The Neal Morse Band - The Similitude of a Dream 2016 (Symphonic Prog (US)

             The Neal Morse Band - The Similitude of a Dream

                                 Symphonic Prog (US) 2016

The Neal Morse Band - The Similitude of a Dream

Il panorama musicale contemporaneo ha trovato una nuova gemma nella forma della 'Neal Morse Band', il cui album "The Similitude of a Dream" ha catturato l'attenzione di numerosi appassionati e critici. Quest'opera monumentale è più di un semplice insieme di melodie; rappresenta un viaggio sonoro e narrativo profondo e complesso. La band unisce talenti eccezionali e diverse influenze, creando un sound unico che trascende i confini del genere. All'interno di questo contesto, verranno esplorati i vari elementi che compongono questa produzione, dal background della band alle tematiche affrontate nell'album stesso.

La Formazione della Neal Morse Band

La Neal Morse Band è composta da musicisti di alto calibro, ognuno con un proprio percorso artistico. Neal Morse, già noto per il suo talento compositivo e la sua versatilità, guida la band non solo come cantante principale ma anche come tastierista. Accanto a lui, troviamo Mike Portnoy alla batteria, nome leggendario nel panorama progressive rock, noto per il suo stile energico e innovativo. Inoltre, completano la formazione, Eric Gillette alla chitarra e voce, Randy George al basso e Bill Hubauer alle tastiere e ai cori, portando con se un bagaglio artistico ricco di esperienze. Questa combinazione di talenti contribuisce significativamente alla complessità dell'album.
Ogni membro della Neal Morse Band gioca un ruolo cruciale nel creare l'atmosfera distintiva dell'album, Mike Portnoy non è solo un batterista, ma una forza creativa che influisce notevolmente sula struttura dei brani. Randy George, con il suo groove potente, aggiunge profondità ai brani, mentre Bill Hubauer e Erik Gillette con le loro armonie arricchiscono la tessitura musicale. Le interazioni tra questi musicisti sono significative, creando un dialogo musicale che rende ogni traccia un'esperienza unica. La chimica tra loro è palpabile, rendendo l'ascolto dell'album ancora più coinvolgente.

Stili Musicali e Influenze

"The Similituda of a Dream" è caratterizzato da una fusione di stili musicali, attingendo dal rock progressivo, dal rock sinfonico e dalle influenze del jazz. L'approccio eclettico della band si riflette nella varietà di sonorità e melodie, che si intrecciano per creare un'esperienza musicale complessiva travolgente: Gli amanti del prog rock troveranno elementi riconoscibili tratti da band storiche, ma con una freschezza che rende l'album unico nel suo genere. La capacità di Neal Morse di mescolare influenze diverse senza perdere la propria identità è una delle chiavi del successo di questo prodotto.

Tematiche dell'album

La struttura di "The Similitude of a Dream" è organizzata in una successione di brani che si intrecciano narrativamente. Ogni traccia offre una nuova prospettiva e si costruisce su quella precedente, contribuendo a formare un concept album coerente. Il lavoro è diviso da 2 parti, ognuna con diverse tracce ricche di complessità e realtà sonora. Ciò che colpisce è la capacità della band di mantenere l'ascoltatore coinvolto per l'intera durata dell'album, trasformando ogni ascolto in un'esperienza diversa e memorabile.

Accoglienza e Recensioni da Critici Musicali

Il ricevimento di "The Similitude of a Dream" da parte della critica è stato estremamente positivo, con molti recensori che lodano l'album per la sua ambizione e la ricchezza musicale. Le recensioni hanno evidenziato la qualità della scrittura e la maestria dei musicisti, mettendo in risalto come ogni elemento si combini per creare un'esperienza complessiva potente. Molti hanno sottolineato come l'album rappresenti un punto culminante nella carriera di Neal Morse e della sua band, consolidando ulteriormente la loro posizione nel panorama musicale. Con la sua capacità di evocare emozioni profonde e riflessioni, questo lavoro si afferma come un'opera imprescindibile per i fan del genere.

In conclusione, "The Similitude of a Dream" non è solo un album, ma un viaggio emozionale che esplora la condizione umana attraverso la musica. La Neal Morse Band, con le sue risonanze uniche e le esperienze narrate, offre al mondo una visione coinvolgente della propria essenza artistica. L'album si configura come un must per gli appassionati di Rock Progressivo e rappresenta un capitolo significativo nella discografia di Neal Morse.

Tracklist:

CD 1
01) Long Day
02) Overture
03) The Dream
04) City of Destruction
05) We Have Go to Go
06) Makes No Sense
07) Draw The Line
08) The Slough
09) Back To The City
10) The Ways of a Fool
11) So Far Gone
12) Breath of Angels

CD 2
01) Slave To Your Mind
02) Shortcut To Salvation
03) The Man In The Iron Cage
04) The Road Called Home
05) Sloth
06) Freedom Song
07) I'm Running
08) The Mask
09) Confrontation
10) The Battle
11) Broken Sky / Long Day (Reprise)

Line-up
Neal Morse - Voce, chitarre 6 e 12 corde, mandolino , percussioni
Eric Gillette - Chitarra, voce
Bill Hubauer - Organo, pianoforte, sintetizzatore, voce
Randy George - Basso
MIke Portnoy - Batteria, voce

Con

Bruce Babad - Sassofono
Rich Mouser - Chitarre elettriche
Sarah Hubauber - Sassofono contralto e baritono
Chris Carmichael - Archi
Jim Hoke - Sassofono tenore e baritono
Steve Herrman - Tromba
Dave Buzzard - Effetti sonori
Spencer Mckee - Marimba
Eric Darken - Percussioni
Alfreda McCrary - Cori
Ann McCrary -Cori
Regina McCrary - Cori

Per un primo ascolto
                                                       Broken Sky / Long Day (Reprise)

                                                                         19 min. live

domenica 13 ottobre 2024

Ske - 1000 Autunni 2011 (Eclectic Prog) Italia

                              Ske - 1000 Autunni

                                                     Eclectic Prog (Italia) 2011

Ske - 1000 Autunni

L'album "1000 Autunni", pubblicato nel 2011, rappresenta un importante traguardo musicale del tastierista Paolo Botta, noto per il suo lavoro con gli Yugen. Questo progetto solista riflette l'evoluzione artistica di Botta, che combina elementi di rock progressivo con influenze sperimentali. "1000 Autunni" si distingue non solo per la sua complessità sonora, ma anche per  profondità concettuale dei suoi brani. Ogni traccia si presenta come un viaggio musicale unico, capace di trasportare l'ascoltatore in atmosfere evocative ed intime. Questa breve recensione offre un'analisi dell'album nel suo contesto artistico.

Contesto del progetto solista di Paolo Botta

Il progetto solista di Paolo Botta nasce come un'estensione della sua creatività, dopo la sua esperienza con gli Yugen. Botta cerca di esplorare nuove sonorità, distaccandosi temporaneamente dal suo lavoro con la band. Questa scelta non rappresentata una rottura, ma piuttosto un'evoluzione del suo stile musicale. Attraverso "1000 Autunni", l'artista riesce a esprimere la sua visione artistica in modo più personale e diretto. Il progetto si caratterizza per un uso innovativo delle tastiere, fondendo armonie complesse con melodie eteree.

Struttura complessiva dell'album

La struttura complessiva di "1000 Autunni" è attentamente pianificata, con ciascun brano che si interconnette per creare un'esperienza coerente. L'album presenta una progressione tematica che esplora vari aspetti della natura e delle emozioni umane. Attraverso l'alternanza di momenti di intensità e quiete, Botta riesce a mantenere alta l'attenzione dell'ascoltatore. Le transizioni tra i brani sono fluide, contribuendo a una narrazione musicale che si snoda in modo organico. Questa cura dei dettagli rende l'album un viaggio avvincente e coinvolgente.

Breve storia degli "Yugen"

Gli Yugen, fondati nel 2000, hanno rappresentato una delle formazioni più innovative della nuova scena prog italiana. Sotto la direzione di Botta, la band ha esplorato suoni complessi, mescolando elementi sperimentali con influenze di musica classica e jazz. Il loro approccio distintivo ha portato alla creazione di album apprezzati dalla critica e dai fan. L'influenza degli Yugen si percepisce anche nel lavoro solista di Botta, come dimostra "1000 Autunni". La band ha lasciato un segno significativo nella musica contemporanea, promuovendo l'idea di un rock progressivo in continua evoluzione.

Influenza degli Yugen su "1000 Autunni"

L'influenza degli Yugen su "1000 Autunni" è evidente non solo nella complessità musicale ma anche nei temi trattati. La libertà compositiva e la sperimentazione tipica della band sono presenti in tutto l'album,. Botta applica le stesse dinamiche e tecniche già espresse con gli Yugen per creare un'opera che, pur essendo solista, mantiene viva la sua eredità musicale. Questo collegamento tra il progetto solista e la band evidenzia la crescita e l'evoluzione dell'artista. "1000 Autunni" può essere visto come una naturale estensione del percorso intrapreso con gli Yugen, proponendo un sound maturo e riflessivo.

Impatto dell'album nella scena musicale contemporanea

"1000 Autunni" ha avuto un impatto significativo nella scena musicale contemporanea, ricevendo un'accoglienza positiva da parte della critica e degli appassionati di Rock Progressivo. L'album ha dimostrato che la musica strumentale può essere accessibile e coinvolgente, pur mantenendo una profonda complessità. Questo lavoro ha ispirato altri artisti a esplorare la fusione di generi e stili, spingendo i confini della musica progressiva. In un'epoca in cui la musica spesso si orienta verso suoni più commerciali, "1000 Autunni" si distingue come un'opera d'arte musicale autentica e ricca di significato. La saggezza e la maturità musicale di Botta continuano a influenzare e ispirare i musicisti contemporanei.

Tracklist:

01) Fraguglie
02) Denti
03) Carta e Burro
04) Scrupoli
05) Delta
06) Scogli
07) Sotto Sotto
08) Mummia
09) Scogli 2
10) La Nefazia di Multatuli
11) Scogli 3
12) Rassegnati

Line-up

Paolo "Ske" Botta - Organo, Piano elettrico, sintetizzatori e tastiere varie

Con

Roberta Pagani - Voce
Valerio Neth Reina - Voce
Francesco Zago - Chitarra acustica ed elettrica
Maurizio Fasoli - Piano
Fabio Ciro Ceriani - Thumb piano e percussioni
Giuseppe Jos Olivini - Theremin e percussioni
Valerio Cipollone - Clarinetto, Sax
Markus Stauss - Sax
Fabrice Toussaint - Trombone , percussioni
Nicolas Nikolopoulos - Flauto
Enrica di Bastiano - Arpa
Elia Leon Mariani - Violino
Pierre Wawrzyniak - Basso
Mattia Signò - Batteria, percussioni

Per un primo ascolto
                                                                          Fraguglie

                                                                La Nefazia di Multatuli

                                                                         Denti (live)


sabato 12 ottobre 2024

Anglagard - Hybris 1992 (Symphonic Prog) Svezia

                              Anglagard - Hybris 

                              Symphonic Prog (1992) Svezia 

Anglagard - "Hybris"


La Rivoluzione del Prog Rock: Gli ANGLAGARD e il loro impatto incredibile

Negli anni '80, il Progressive Rock ha subito notevoli trasformazioni a causa dell'ascesa di nuovi generi musicali: Il Punk e la New Wave hanno messo in discussione le convenzioni del Prog, portando alla sua progressiva marginalizzazione. Nonostante la crisi, ci sono stati tentativi di mantenere viva la fiamma del Prog, ma molti artisti, tra i quali gli Yes e i Genesis, hanno virato verso sonorità più Pop. Questo ha creato un divario incolmabile per i puristi del prog, che hanno assistito alla trasformazione dei loro eroi in ciò che consideravano deludenti compromessi commerciali.

Effetti del Punk e della New Wave sul Prog

Il Punk ha infuso energia e urgenza nella musica rock, mentre la new wave ha portato una nuova estetica visiva e sonora. Questi cambiamenti hanno reso difficile per il Prog Rock prosperare, portando molti musicisti a esplorare  nuove direzioni. Anche se alcuni gruppi hanno cercato di mantenere il prog vivo, molti hanno ceduto alla pressione di evolversi in stili più commerciali. Questo ha generato frustrazione tra i fan storici e gli artisti più giovani che non si identificavano con il nuovo panorama musicale.

L'emergenza del Neo Prog e band influenti

Negli anni '80, si è anche assistito a una rinascita dell'interesse per il Rock Progressivo, che ha portato alla nascita del Neo Prog. Questa nuova ondata ha preso ispirazione dai grandi nomi del passato, come Genesis, Yes, Gentle Giant, ma ha anche introdotto suoni moderni e innovativi. Le band Neo Prog hanno spesso incorporato elementi di musica elettronica , ampliando così il loro raggio d'azione musicale.
Un aspetto distintivo del Neo prog è la sua attenzione alla narrativa e alla composizione lirica. I testi delle canzoni spesso presentano temi fantastici e concetti complessi, creando un legame profondo con l'ascoltatore. Questo approccio ha aiutato a differenziare il Neo prog da altre forme di rock più commerciali, mantenendo viva, seppur in una nicchia, la tradizione del Rock Progressivo.

Band influenti del Neo Prog

Tra le band più influenti del movimento Neo prog si possono citare i Marillion, che hanno rappresentato uno dei punti di riferimento principali. Il loro album "Misplaced Childhood" è considerato un capolavoro, combinando melodie accattivanti con testi emotivamente profondi. Altre band, come i Pendragon e gli IQ, hanno contribuito a consolidare il genere con album che riflettono una forte identità musicale e stilistica.
Un altro gruppo significativo sono stati i Pallas, che hanno portato un mix di energia e complessità nelle loro composizioni. Le loro performance dal vivo, caratterizzate da un'energia travolgente e da una presenza scenica forte, hanno attratto un ampio pubblico. Queste band hanno non solo arricchito il panorama musicale del Progressive, ma hanno anche attirato l'attenzione su una nuova generazione di artisti nel settore.

Nascita e background degli ANGLAGARD

In questo contesto tumultuoso, è nata, tra gli altri, la band svedese ANGLAGARD, composta da membri di varie età, ognuno con una visione unica del Progressive Rock. I musicisti più giovani erano ben consapevoli del declino del genere e desiderosi di riportarlo in vita. Nonostante la loro giovane età, erano influenzati dai grandi album del passato e desideravano fare qualcosa di radicalmente diverso. La loro determinazione si rifletteva nella loro decisione di abbandonare attrezzature digitali e concentrarsi su strumenti analogici classici.

Strumenti e approccio musicale distintivo della band

La band ha investito in strumenti storici come il Mellotron e l'Organo Hammond, ritenuti essenziali per il loro suono retrò. Questa scelta non era solo estetica ma anche filosofica: volevano far rivivere le sonorità del prog rock degli anni '70, resistendo alle tendenze  moderne. Ci sono refusi di un'epoca passata nella loro musica, con arrangiamenti complessi che richiamano al virtuosismo di band storiche. La loro abilità nell'eseguire musiche intrigate ha catturato l'attenzione di molti nella scena musicale.

Riconoscimento e impatto di "Hybris" nella scena Prog

Il loro impatto è culminato con l'uscita di "Hybris". Album che è rapidamente diventato un pilastro nella scena Prog degli anni '90. Anche se il suo rilascio ha avuto luogo in un'epoca in cui molti si erano allontanati dal Prog, "Hybris" ha riesumato l'interesse per il genere. La musica dell'album era ricca di melodie sfaccettate e di influenze che andavano ben oltre il Neo-Prog. La critica ed i fan hanno accolto l'album con entusiasmo; molti l'anno considerato una boccata d'aria fresca in un panorama stagnante.

Design e produzione dell'album "Hybris"

La produzione di "Hybris" è stata un altro aspetto fondamentale del suo successo: curata nei minimi dettagli, l'opera ha presentato un design affascinante e un libretto completo di informazioni. Ogni copia dell'album è stata un'opera d'arte assestante, con foto e testi che celebrano sia la musica che la storia della band. Questo livello di attenzione al dettaglio ha reso "Hybris" un'esperienza immersiva tanto per i fan quanto per i nuovi ascoltatori. In questo modo, gli ANGLAGARD non solo hanno ridato vita al Prog Rock, ma hanno anche segnato un nuovo inizio per il genere, attirando persino l'attenzione di coloro che avevano abbandonato il progressive decenni prima.

Tracklist:

1) Jordròk (Earth Smoke) 11:10
2) Vandringar I Vilsenhet (Wanderings in Confusion)  11:53
3) Ifràn Klarhet Till Klarhet (From Clarity to Clarity) 08:05
4) Kurg Bore (King Winter) 12:56

Line-up

Johan Hògberg - Basso
Mattias Olsson - Batteria, percussioni
Jonas Engdegàrd - Chitarre elettriche ed acustiche
Anna Holmgren - Flauto
Tomas Jonson - Organo Hammond, Mellotron, Solina, Sintetizzatori, Piano
Tord Lindman - Voce, Chitarre elettriche , acustiche

Per un primo ascolto
                                                  Jordròk
                                            Vandringar I Vilsenhet
                                                                  Kurg Bore

                                          Ifràn Klarhet Till Klarhet 


DISCOGRAFIA
                                                                      
"Epilog" 1994
 
                                                                  
"Viljans Oga" (2012)