martedì 9 luglio 2024

Il Pensiero Religioso di Spinoza: Un'Immanenza Radicale (Divagazione) 19°

 

Baruch Spinoza

Baruch Spinoza (1632-1677), filosofo olandese di origine ebraica sefardita, è una figura cruciale nella storia del pensiero occidentale, la cui influenza si estende dalla filosofia moderna alla teologia e alla critica biblica. Il suo "pensiero religioso", tuttavia si discosta radicalmente dalle concezioni tradizionali di Dio e della religione, proponendo una visione panteistica o, più precisamente un monismo sostanziale in cui Dio coincide con la natura stessa. Questa identificazione, espressa nella celebre formula "Deus Sive Nature" (Dio Ovvero la Natura), costituisce il nucleo della sua filosofia religiosa e ne determina tutte le implicazioni.

Per comprendere il pensiero religioso di Spinoza, è fondamentale analizzare la sua metafisica esposta principalmente nell'opera Ethica ordine geometrico Demonstrata. Spinoza postula l'esistenza di una sola sostanza infinita, auto-causa ed eterna: Dio, o la natura. Questa sostanza possiede infiniti attributi, di cui l'intelletto e l'estensione sono quelli a noi noti. Le cose particolari che percepiamo, inclusi gli esseri umani, non sono sostanze separate, ma modi, ovvero modificazioni o affezioni di questa unica sostanza.

Questa concezione monistica la tradizionale distinzione tra un Dio trascendente, creatore del mondo e separato da esso, e la sua creazione. Per Spinoza, Dio non è un'entità personale che agisce secondo un libero arbitrio, con scopi e intenzioni. Al contrario, egli è l'ordine immanente e necessario di tutto ciò che esiste. Le leggi della natura non sono decreti divini esterni, ma l'espressione stessa della natura di Dio. In questo senso, tutto ciò che accade è in Dio e per mezzo di Dio, ma non come risultato di una volontà deliberata, bensì in virtù della sua intrinseca natura. Le implicazioni di questa visione per la comprensione della religione sono profonde. Il Dio di Spinoza non è il Dio personale delle religioni abramitiche, che ascolta le preghiere, compie miracoli e premia o punisce. Attribuire a Dio passioni umane, come la gioia, la tristezza o la collera, è per Spinoza una forma antropomorfismo, un'illusione derivante dalla nostra tendenza a comprendere la realtà a nostra immagine e somiglianza.

Allora, quale ruolo rimane per la religione nel sistema spinoziano? 

Spinoza affronta direttamente la questione nel suo Tractatus Theologico- Politicus. In quest'opera, egli analizza le Scritture ebraico-cristiane con un approccio storico critico, sostenendo che i profeti erano uomini con una vivida immaginazione, le cui rivelazioni dovevano essere interpretate nel loro contesto storico e culturale. I miracoli, secondo Spinoza, non sono sospensioni delle leggi naturali, ma fenomeni naturali la cui causa ci è sconosciuta.

Nonostante questa critica radicale alla teologia tradizionale e all'interpretazione letterale delle Scritture, Spinoza non rifiuta completamente la religione. Egli riconosce il suo valore pratico e sociale. La religione, in particolare quella nella sua forma più semplice e universale, può promuovere l'obbedienza civile e la virtù morale. I dogmi fondamentali comuni a molte religioni, come l'esistenza di un Essere Supremo che ama la giustizia e la carità, possono essere utili per guidare le azioni degli uomini, specialmente di coloro che non sono guidati dalla ragione. Tuttavia, per Spinoza, la vera forma di "pietà" o "amore intellettuale di Dio" non risiede nella fede cieca o nell'obbedienza a dogmi esterni, ma nella comprensione razionale della natura di Dio e del nostro posto in essa. Comprendere che tutto ciò che accade deriva dalla natura di Dio porta a una maggiore serenità e a una diminuzione delle passioni negative, come paura e tristezza.

In sintesi, il pensiero religioso di Spinoza rappresenta una rottura radicale con le concezioni teistiche tradizionali. Sostituendo un Dio trascendente con un Dio immanente identificato con la natura, Spinosa propone una visione monistica dell'esistenza. Sebbene critichi l'interpretazione letterale delle Scritture e i dogmi superstiziosi, egli riconosce il valore pratico della religione nel promuovere la moralità e l'ordine sociale. Tuttavia, la forma più elevata di "religiosità" per Spinosa consiste nella comprensione razionale della realtà, che scaturisce delle necessità di tutte le cose. La sua eredità è quella di un pensiero che sfida le convenzioni religiose, invitando ad una riflessione sulla natura di Dio e sul nostro rapporto con l'universo.

Come precedentemente esposto, la metafisica spinoziana, presentata nell'Ethica, postula un'unica sostanza infinita, Dio o la Natura, di cui tutte le cose particolari sono modi. Questa visione monistica esclude un Dio trascendente personale, creatore del mondo per libero arbitrio. Di conseguenza, le concezioni tradizionali di miracoli, profezie e rivelazioni divine vengono profondamente messe in discussione. 

Nel Tractatus Theologico-Politicus, spinoza si dedica esplicitamente all'analisi delle Scritture e al ruolo della religione nella società. La sua critica alla Chiesa e all'interpretazione comune della Bibbia è articolata su diversi fronti:

1) Critica all'autorità ecclesiastica e ai dogmi: Spinosa critica fermamente l'autorità dogmatica delle istituzioni religiose, che a suo parere spesso mirano a controllare le menti degli uomini attraverso la paura e la superstizione, piuttosto che promuovere la vera pietà e la ragione. Egli vede i dogmi rigidi e inflessibili come ostacoli alla libertà di pensiero e all'indagine razionale. Le Chiese, secondo Spinoza, tendono a presentare interpretazioni delle scritture che rafforzano il loro potere e mantengono l'ignoranza del popolo.

2) Interpretazione storico-critica delle scritture: Spinoza adotta un approccio storico-critico all'analisi della Bibbia e dei Vangeli. Egli sostiene che questi testi devono essere compresi nel loro contesto storico, culturale e linguistico. I profeti, per esempio, non erano veggenti con una conoscenza soprannaturale, ma uomini con una fervida immaginazione che comunicavano le loro intuizioni morali e politiche attraverso un linguaggio adatto al loro tempo. Le loro "rivelazioni" erano spesso adattate alla capacità di comprensione del popolo a cui si rivolgevano.

3) Demistificazione dei miracoli: Spinoza offre una spiegazione naturalistica dei miracoli. Egli non li considera sospensioni delle leggi naturali operati da un intervento divino, ma piuttosto eventi rari o inattesi, la cui causa è al momento sconosciuta. Attribuire questi eventi a un intervento divino è arbitrario è, per Spinoza, un segno di ignoranza delle vere cause naturali. Le narrazioni di miracoli nelle Scritture sono interpretate come modi per impressionare e persuadere un pubblico spesso poco incline alla riflessione razionale.

4) Critica alle "Invenzioni)" Bibliche ed Evangeliche: Spinoza suggerisce che molte delle storie raccontate nella Bibbia e nei Vangeli non devono essere prese alla lettera come fatti storici. Egli le considera spesso narrazioni allegoriche o metaforiche, create per trasmettere insegnamenti morali e spirituali in un linguaggio accessibile. Ad esempio, le descrizioni di Dio con attributi umani (ira, gelosia, pentimento) sono viste come adattamenti antropomorfici necessari per comunicare con un pubblico che altrimenti non avrebbe compreso concetti più astratti. Allo steso modo, alcuni eventi narrati potrebbero essere stati esagerati o interpretati in chiave soprannaturale dai loro autori o dalle successive traduzioni.

Spinoza non nega completamente il valore delle Scritture, ma insiste sulla necessità di interpretarle razionalmente, distinguendo il nucleo del loro messaggio morale e spirituale dalle sovrastrutture dogmatiche e dalle narrazioni che non devono essere prese alla lettera. Il vero scopo delle scritture, secondo lui, e quello di condurre gli uomini alla pratica della giustizia e della carità. In conclusione, il pensiero religioso di Spinoza non solo propone una radicale reinterpretazione della natura di Dio, ma offre anche una critica penetrante delle istituzioni religiose e un approccio innovativo all'interpretazione delle Scritture. La sua enfasi sulla ragione e sulla comprensione naturale del mondo lo porta a demistificare molti aspetti della tradizione religiosa, invitando a una fede più consapevole e meno basata sulla cieca obbedienza e sulla superstizione. La sua eredità continua a influenzare il dibattito sulla religione, la ragione e la libertà di pensiero.

Critica all'Autorità Ecclesiastica e ai Dogmi:

Spinoza vedeva le istituzioni ecclesiastiche molto spesso interessate al mantenimento del potere e del controllo sociale più che alla promozione della vera comprensione spirituale. Egli riteneva che l'imposizione di dogmi rigidi e non negoziabili soffocasse la libertà di pensiero e impedisse agli individui di raggiungere una comprensione più profonda della realtà e Dio in quanto natura stessa:

* Controllo attraverso la Paura e la Superstizione: Spinoza argomentava che le Chiese spesso utilizzavano la paura del castigo divino e la promozione di credenze superstiziose per mantenere l'obbedienza dei fedeli. Invece di educare alla ragione a alla virtù attraverso la comprensione, si faceva leva sulle emozioni più basilari per assicurare la conformità.

* Ostacolo alla Filosofia e alla Scienza: L'adesione cieca a dogmi religiosi, secondo Spinoza, rappresentava un freno al progresso della filosofia e della scienza. La ricerca della verità attraverso la ragione veniva spesso ostacolata da interpretazioni letterali e inflessibili delle Scritture che potevano entrare in conflitto con le scoperte scientifiche. I casi Galileo Galilei e Giordano Bruno sono un esempio emblematico di questa tensione: ( Galileo Galilei, figura di primissimo piano nella storia della scienza, trovò se stesso nel mirino dell'inquisizione, giacchè sospettato d eresia e accusato di voler sovvertire la filosofia naturale aristotelica e le sacre scritture. Questo processo che lo vide protagonista non fu solo una vicenda personale, ma un momento cruciale per il conflitto tra scienza e religione, un tema che è tornato a essere attuale nei dibattiti contemporanei. Il 22 giugno 1633, dopo un lungo e tormentato processo, fu costretto ad abiurare le sue rivoluzionarie concezioni astronomiche che sfidavano le idee prevalenti della Chiesa e del suo tempo, e vene condannato a un severo confino nella sua villa di Arcetri. La sua condanna, simbolo di una lotta durata secoli contro l'ignoranza e l'intolleranza, non fu però l'ultimo capitolo della sua storia. Solo 359 anni dopo, il 31 ottobre 1992, Papa Giovanni Paolo II, durante la sessione plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze, si fece portavoce di una verità storica a lungo ignorata, riconoscendo pubblicamente "gli errori commessi" e sancendo così la conclusione  dei lavori di una commissione di studio da lui istituita nel 1981 per mettere a fuoco questo episodio doloroso. La sua riabilitazione rappresenta una riflessione no solo sull'importanza del pensiero critico, ma anche su come la Chiesa possa riconoscere le proprie colpe e sperare in un dialogo costruttivo con la scienza. Altre personalità di spicco, per idee contrastanti con le idee dogmatiche della Chiesa furono condannate a morte e bruciate vive, possiamo ricordare Jacques De Molay (1314), Jan Hus (1415), Giovanna D'Arco (1431) e Giordano Bruno (1600), tutte vittime di un'epoca in cui la dissidenza intellettuale era spesso punita con la vita. Con l'affermarsi della riforma Luterana e di quella Calvinista, tali pratiche barbariche si diffusero in maniera esponenziale, segno di un'intolleranza che permeava tutti gli ambiti religiosi, a prescindere dalla dottrina. Giordano Bruno, accusato di eresia dalla Chiesa, si distinse per il suo coraggio e la sua integrità, rifiutandosi di ritrattare le proprie posizioni e di compromettere le sue convinzioni. Fu così condannato a morte sul rogo dal tribunale dell'inquisizione e bruciato vivo in piazza Campo de' Fiori, divenendo un simbolo della libertà di pensiero, incarnando la lotta contro l'oppressione intellettuale e la ricerca di verità, anche a costo della vita. Il suo martirio continua a ispirare generazioni di pensatori e attivisti, sottolineando l'importanza di difendere la libertà di espressione e il diritto di perseguire la conoscenza senza il timore della repressione.)

* Interpretazioni Interessate: Spinoza sospettava che le interpretazioni delle Scritture promosse dalle autorità ecclesiastiche fossero spesso piegate a sostegno dei loro interessi di potere e delle loro agende politiche. La "parola di Dio" veniva così utilizzata per giustificare gerarchie sociali, leggi e azioni che non necessariamente riflettevano principi morali autentici.                                                                                                                                      Interpretazione storico-critica delle Scritture:                                                                             L'approccio di Spinoza all'analisi biblica fu rivoluzionario per il suo tempo e anticipò molti sviluppi successivi nell'interpretazione biblica.

* Autore e Contesto: Spinoza sottolineava l'importanza di considerare chi avesse scritto i testi biblici e in quale contesto storico e culturale fossero stati prodotti. Questo approccio relativizzava la pretesa di un origine divina diretta e immutabile di ogni singola parola.

* Linguaggio e Stile: Egli notava la varietà di stili letterari presenti nelle Scritture, riconoscendo la presenza di metafore, allegorie, poesia e prosa. Prendere letteralmente ogni affermazione, secondo Spinosa, portava a interpretazioni errate e contraddittorie.

* Limitatezza della Profezia: Come accennato, Spinoza vedeva i profeti come uomini con una vivida immaginazione e una forte sensibilità morale, capaci di comunicare le loro intuizioni in modo efficace per il loro tempo. Le loro profezie erano spesso contestuali e non necessariamente predizioni dettagliate del futuro. La loro autorità derivava dalla loro capacità di ispirare virtù e obbedienza civile.                                                                             Demistificazione dei miracoli:                                                                                                 La negazione dei miracoli come sospensione delle leggi naturali era un punto centrale della critica spinoziana.

* Coerenza della Natura: Per Spinoza la natura (e quindi Dio) opera secondo leggi fisse e immutabili. Un universo divino che sospendesse queste leggi introdurrebbe incoerenza nell'ordine naturale.

* Spiegazioni Naturali: Spinoza riteneva che gli eventi apparentemente miracolosi avessero cause naturali, anche se a volte sconosciute. Attribuirli direttamente alla volontà divina senza cercare spiegazioni naturali era un segni di ignoranza.

* Funzione Narrativa: Egli suggeriva che i racconti di miracoli nelle Scritture avessero spesso una funzione narrativa, volta a rafforzare la fede e l'autorità dei messaggi religiosi in un'epoca in cui il pensiero scientifico non era ancora dominante.                                              Critica alle "invenzioni" Bibliche ed Evangeliche:                                                                Spinoza non accusava di deliberata falsificazione, ma piuttosto evidenziava come le narrazioni bibliche ed evangeliche fossero il prodotto di interpretazioni umane, tradizioni orali e adattamenti nel tempo.

* Antropomorfismo: L'attribuzione a Dio di caratteristiche umane era vista come una necessità pedagogica per rendere il concetto di divinità comprensibile a menti meno sofisticate. Tuttavia, Spinoza insisteva sulla natura incorporea e impersonale di Dio.

* Adattamenti Morali e Politici: Alcune narrazioni potevano essere plasmate o interpretate in modi che supportassero particolari visioni morali o politiche delle comunità religiose nel corso del tempo.

* Focus sul Messaggio Morale: Spinosa riteneva che il vero valore delle Scritture risiedesse nel loro messaggio etico di amore verso il prossimo, giustizia e obbedienza civile, piuttosto che nella veridicità letterale di ogni singolo racconto.                                                 In sintesi, la critica di Spinoza alla Chiesa e alle narrazioni bibliche ed evangeliche era profondamente radicata nella sua metafisica monistica e nel suo approccio razionale. Egli mirava a liberare il pensiero religioso dalle superstizioni e dai dogmi inflessibili, promuovendo un visione più filosofica e meno letterale della fede. La sua opera ha aperto la strada a una lettura più critica e contestualizzata dei testi sacri e ha influenzato profondamente lo sviluppo della teologia liberale e della critica biblica moderna.


(Questo è un invito a riflettere in maniera libera e razionale.)


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