sabato 20 giugno 2015

Osanna - Palepolitana 2015 (Italian Symphonic Prog)

   Osanna - Palepolitana



Osanna - Palepolitana


Con due anni di ritardo esce “Palepolitana”, il nuovo doppio CD e LP in vinile degli Osanna, la cui realizzazione era stata prevista per il quarantennale di “Palepoli” 1973 - 2013. Un ritardo dovuto tuttavia alla imprevista pubblicazione di altri due prodotti discografici degli stessi Osanna tra il 2012 e il 2414, ovvero il CD ed LP “Rosso Rock” (registrato come autentico “live” in Giappone nel 2011), e il successivo doppio DVD “Tempo”, quale ulteriore “chicca” (realizzata per tutti gli appassionati e i fans del prog e degli Osanna), a coronamento e sublimazione di una carriera musicale che ben coniuga, ancora oggi, il passato, il presente e il futuro del gruppo di “progressive rock” per eccellenza targato “Made in Naples”. La storia si ripete. Già nel 1972 “Palepoli” (che doveva essere il secondo album degli Osanna dopo la pubblicazione dell' LP “L'Uomo”), fu messo da parte, per immergersi ed onorare l'improvvisa e urgente proposta venuta dalla nostra casa discografica Fonit Cetra, per collaborare con Luis Enriquez Bacalov e Sergio Bardotti, alla colonna sonora del film di Fernando Di Leo “Milano Calibro 9”. L’idea ed il piacere di suonare con una grande orchestra sinfonica fu accettata all’unanimità e, lasciando momentaneamente in stand by il lavoro di “Palepoli”, ci immergemmo in questa nuova e entusiasmante avventura da cui uscì, nel 1972, il fantastico album “Preludio, Tema, Variazioni e Canzona”. Così è accaduto nel 2012; mentre si lavorava alla riedizione di “Palepoli”, eseguita con uno spirito innovativo dalla nuova formazione, arrivò l’imprevista proposta da parte dei promoters giapponesi, di fare un concerto a Tokio, nell’ambito della rassegna “Italian Progressive Rock Festival”, eseguendo per la prima volta nella storia degli Osanna e con una orchestra sinfonica nippone (la “Tokyo Vielle Ensemble”), l’intero album legato al film “Milano Calibro 9”; ancora una volta fu data la priorità alla nuova avventura, facendo slittare di qualche anno il progetto “Palepolitana”. Tuttavia questo ritardo è stato provvidenziale perché sono maturate nuove idee e c’è stato più tempo per elaborare e produrre molto più materiale del previsto e che, dopo una attenta e scrupolosa selezione di brani e idee musicali, ha dato modo di mettere a fuoco e in evidenzia quello che realmente rappresenta il gruppo nel 2015 a distanza di ben 44 anni dagli esordi. E’ stato realizzato un doppio CD con uscita prevista a maggio/giugno 2015, che comprende tutti brani inediti nel primo dei due CD e nel secondo una nuova interpretazione e rilettura, molto fedele alla partitura originale, dei tre brani che compongono l'album storico “Palepoli”, ritenuto dalla critica e dagli appassionati del progressive rock a livello internazionale, una pietra miliare sia per la discografia italiana ed internazionale che per lo stesso gruppo Osanna. “Palepolitana” nasce come omaggio alla napoletanità, come esaltazione delle “eccellenze” artistiche, culturali, storiche, musicali e paesaggistiche di Napoli; è una vera e propria dichiarazione d'amore per la propria città esorcizzando tutti quei luoghi comuni che la vedono descritta come luogo di degrado, di violenza, delinquenza, illegalità e di camorra. Sicuramente Napoli vive le sue contraddizioni e le sue difficoltà ataviche ed esiste davvero un degrado e una illegalità dilagante dovuta alla difficile sopravvivenza di un popolo che è stato oppresso da tante dominazioni e schiavitù, ma non è dissimile da tutte le realtà dei paesi, delle le città e delle metropoli del mondo. Ebbene proprio dagli Osanna, stanchi di assistere passivamente al dilagare di offese e calunnie dirette alla propria città da tanta superficialità immorale e mediatica, si è alzato forte un grido d'amore in difesa della propria terra, delle proprie radici e delle proprie tradizioni secolari, mettendo in risalto tutte le positività di una città orgogliosa del suo passato, del suo presente e del suo futuro. Una città che “è bella da morire” e che, senza tema di smentite, è da sempre la vera capitale del Mediterraneo. Da queste tematiche nasce il pretesto e il contesto poetico che da linfa al nuovo lavoro discografico del gruppo, per mettere in risalto le numerose eccellenze che ha partorito e continua a partorire la città. Il nome “Palepolitana” nasce dall’ acronimo e fusione tra i termini Palepoli (quale nome storico della città di Napoli dopo il primitivo legato alla Sirena Parthenope) e Metropolitana (ovvero il treno underground del trasporto pubblico napoletano famoso in tutto il mondo per le sue straordinarie “stazioni d’arte contemporanea”). È un “album concept” come L’Uomo e Palepoli, che racconta una ipotetica storia surreale di un personaggio a metà strada tra un uomo e un androide, che dalle onde del mare tra gli scogli di Megaride nel golfo di Napoli, bagnato da una tempesta di pioggia improvvisa, si rifugia nella metropolitana e scende velocemente sotto terra per raggiungere istintivamente una meta a lui sconosciuta e ignota attratto dal buio di una galleria. Come un rimando alla discesa di Enea negli Inferi del lago d’Averno descritta da Virgilio, in questo percorso si abbandona alle strane apparizioni di anime, fantasmi e “munacielli”, umori, realtà virtuali e figure oniriche che appartengono profondamente alla storia della città e si manifestano e si rivelano attraverso il sudore delle pareti delle viscere di questa terra profondamente ricca di sentimenti e sacralità ancestrali. Il treno corre, corre, corre nell’oscurità e ci porta a conoscere la vera anima napoletana. La storia raccontata nel primo CD “Palepolitana” è ideata da Lino Vairetti (da sempre autore delle liriche dei brani degli Osanna), ed è divisa in 12 tracce musicali collegate tra loro senza soluzione di continuità, così elencate: 1) Marmi - testo e musica di Lino Vairetti 2) Fenesta Vascia - testo e musica di Lino Vairetti (con parte letteraria rielaborata) 3) Michelemmà - testo e musica di Lino Vairetti (con parte letteraria rielaborata) 4) Santa Lucia - testo e musica di Lino Vairetti 5) AntoTrain – musica di Sasà Priore (brano strumentale con solo pianoforte) 6) Anni di Piombo - testo e musica di Lino Vairetti 7) Palepolitana - testo e musica di Lino Vairetti 8) Made in Japan - testo di Lino Vairetti e musica di Lino Vairetti e Pino Chillemi 9) Canzone Amara - testo e musica di Lino Vairetti 10) Letizia – musica di Pako Capobianco (brano strumentale di sole chitarre) 11) Ciao Napoli - testo e musica di Lino Vairetti 12) Profugo - testo di Irvin Vairetti e musica di Lino Vairetti Il primo brano dal titolo "Marmi", è un canto poetico di introduzione al racconto dell'intero concept album. Parte dal suono delle onde del mare per immergersi nel vuoto di una galleria sotterranea a bordo di un treno che correndo si disperde nell’oscurità tra le viscere della terra. Una atmosfera magica ed evanescente (in bilico tra rimandi sonori a Blade Runner di Vangelis e alla psichedelia pinkfloydiana), che si dilata fino a raggiungere una dimensione onirica e sublime, ma al contempo intimista e riflessiva. Il testo è un sunto degli umori viscerali legati alla storia di Napoli, dal canto dalla legenda della Sirena Parthenope fino ai nostri giorni. Citazioni del testo "Corri, corri, corri... e portami con te, nel vuoto del tuo cuore vorrei morire...", descrivono quel senso di abbandono e di rassegnazione dell'uomo indigeno legato al territorio da un profondo amore, che accetta la sua amara sorte affidando la propria vita alla "terra madre, donna, sorella, amante, vergine, guerriera e schiava di una guerra"… poi il canto finale di ipotetiche e leggiadre sirene, esorcizzano la paura dell’ignoto e alimentando uno stato di grazia tra "sacralità virtuali, miracoli e misteri che l'uomo chiama amore". "Fenesta Vascia" e "Michelemmà" sono i due brani successivi, i cui testi, su musiche originali e inedite scritte da Lino Vairetti, sono un adattamento letterario di due brani che, nella loro struttura tradizionale, fanno parte della grande cultura della canzone classica napoletana. Il primo (più vicino nella versione degli Osanna al canto di una “villanella”), è di anonimo del '500, rielaborato nell' 800 da Giulio Genoino, mentre il secondo dal titolo "Michelemmà" (una tiratissima tarantella rock sullo stile di "Fuje 'a chiustu paese" di Palepoli), di anonimo del '600, è stato attribuito al pittore e poeta Salvator Rosa. In questo brano molto corale, hanno partecipato alcuni detenuti del carcere di Secondigliano di Napoli, legati ad un progetto musicale promosso dal CPM di Franco Mussida e condotto da Lino Vairetti. ll quarto brano "Santa Lucia" dalle note ritmiche iniziali decisamente jazz/rock, è una invocazione a Santa Lucia e San Gennaro (Santo patrono di Napoli), cui si chiede la grazia, attraverso il miracolo, di salvare la propria anima dai peccati del mondo, offrendo in cambio tutta la propria dedizione con un inno d'amore e di devozione. Il canto corale finale diventa quasi una dichiarazione d'amore per la propria città attraverso un atto di fede. Il brano ha degli spunti musicali di grande energia legati ad una alternanza di parti melodiche e corali, con accenni ad atmosfere "zappiane", dove emerge uno straordinario solo liberatorio di chitarra elettrica. In assolvenza, sulla chiusura del brano Santa Lucia, entra la quinta traccia dell’album "Anto Train", un dinamico solo di pianoforte acustico su un ritmo iterativo in 7/8 (scritto e interpretato da Sasà Priore). Il suono e il ritmo iterativo in 7/8 con gli intrecci sonori di parti dissonanti, diventano un treno impazzito che corre nel buio fino ad approdare, attraverso una dissolvenza di atmosfere vibranti rese dai suoni evanescenti di synth, mellotron e dubble sax, al brano successivo "Anni di Pombo", una ballad dolce e struggente con una interpretazione vocale molto intensa, che ricorda gli anni della violenza urbana e del terrorismo vissuto nelle stesse metropolitane negli anni ’70 e ’80, con una voluta citazione al famoso film omonimo di Margarethe Von Trotta. Il brano si chiude con un intenso assolo di sax di David Jackson, che ancora una volta mostra la sua grande sensibilità e creatività da grande artista internazionale. Poi è la volta del brano che da il titolo all’intero progetto discografico: "Palepolitana". Un sound decisamente rock, dinamico ed esplosivo (caratteristica riconosciuta da sempre agli Osanna fin dai suoi esordi con Lady Power ed Everybody's gonna see you die dall'album L'Uomo). Un forte riff iterativo con intreccio di quattro assoli consecutivi di armonica, organo, chitarra elettrica e sax, si alternano alle voci che cantano tutte le sfaccettature e le contraddizioni esistenziali dell'uomo contemporaneo. La metropolitana come luogo di incontro e di scontro tra esseri umani dove si manifestano in tutte le innumerevoli e possibili sfaccettature, le isteriche realtà, i comportamenti, le passioni, le paure, le emozioni, le diversità, la violenza, l’indifferenza e le crudeltà degli esseri umani. Contraddizioni di un vissuto umano e urbano che si albergano ogni giorno nelle stazioni delle metropolitane del mondo e, nel caso specifico, nella "Palepolitana" degli Osanna. "Made in Japan", ottavo brano del CD, pone l'accento sulla solitudine e sulle contraddizioni dell’uomo in bilico ed in conflitto tra passato e futuro; tra l’accettazione passiva di un mondo robotizzato e tecnologico “digitale” di natura nipponica e la ricerca di una vita naturale intrisa di semplicità e di umiltà parafrasando un istintivo avvicinamento al culto “parrocchiale”. La metropolitana invasa da migliaia di persone che non comunicano più tra loro ma isolate in un dialogo schizofrenico con se stessi attraverso cellulari, iPad e mezzi elettronici di varia natura. Le “paure” di ogni essere umano nell’affrontare la propria solitudine ed esistenza, sono messe in relazione ad una vita frenetica contemporanea che lo rendono schiavo e assuefatto da un consumismo di tecnologie digitali, lasciandolo da solo in preda delle sue insicurezze. Il brano musicalmente ha degli spunti melodici e ritmiche molto dinamiche, con un inciso corale ed un riff musicale molto efficaci e immediati. "Canzone Amara" nono brano del CD scritto sull’aria del famoso Canone di Pachelbel del ‘600, è un canto d'amore scritto per tre voci in dialetto napoletano. Ospite femminile la cantante Sophya Baccini. Il brano si avvale del quartetto d'archi di Gianluca Falasca (presente come violino solo e come quartetto in altri brani del CD). Il testo parla dell'amore impossibile tra il Centauro Vesuvio e la Sirena e dea Parthenope, i due amanti che Zeus volle punire, per la sua gelosia, trasformando (come narra una ipotetica leggenda sulle origini di Napoli), lui in un vulcano e lei nella città di Napoli. I due amanti pietrificati e messi l’uno vicino all’altro senza potersi più amare sublimano il loro amore attraverso questo brano. Il canto d'amore continua nella breve traccia strumentale successiva dal titolo "Letizia", scritta ed eseguita da Pako Capobianco per sole chitarre acustiche con grande maestria attraverso la costruzione di un dolce intreccio melodico ed armonico. "Ciao Napoli" è l’undicesimo brano dal piglio decisamente rock come Palepolitana. È un vero inno alla napoletanità e nel testo c’è una descrizione di tutte quelle eccellenze artistiche, culturali, musicali e storiche, su descritte. Dal coro Ciao Napoli e dall’oscurità delle gallerie attraversate nel percorso della ipotetica Palepolitana, si ritorna alla luce del sole e il viaggio approda di nuovo tra le onde del mare il cui suono si dissolve nelle note cristalline dell’ultima traccia: “Profugo”. Il brano, cantato egregiamente con una interpretazione struggente da Irvin Vairetti, affronta il tema dell' immigrazione, dei diseredati, dei senza dimora, dei vagabondi, della condizione umana dei “disperati” del mondo. Il testo tratto da una poesia del palestinese Mahmoud Darwish, è un libero adattamento in dialetto napoletano scritto dallo stesso Irvin Vairetti. Il secondo CD “Palepoli” con una rilettura fedele alla partitura originale, riprende i tre brani che componevano l’album: “Oro Caldo”, “Stanza Città” e “Animale senza Respiro”, scritti da Lino Vairetti e Danilo Rustici. Tuttavia sono da segnalare alcune cose di estrema importanza per tutti i fedeli e appasionati di prog, degli Osanna e di Palepoli (album storico legato alla prima opera rock omonima italiana e considerato come pietra miliare della discografia Osanna). La prima segnalazione riguarda l’inserimento di alcune piccole parti che nell’album originale furono tagliate perché Palepoli doveva essere originariamente un album doppio. Furono esclusi molti brani alcuni dei quali come Il Castello dell’Es ed alcune Variazioni vennero recuperate in altri album come Milano Calibro 9 e Landscape of Life. Mentre altre parti furono appunto tagliate e, in questa occasione, sono state recuperate. Sono solo piccoli frammenti ma sicuramente una “chicca” per tutti gli appassionati. La seconda segnalazione riguarda invece un “errore storico” commesso da qualche fonico della Fonit Cetra che nel masterizzare l’album per la produzione di CD (cosa avvenuta nel 1980), ha commesso un grave errore inserendo al posto del brano Stanza Città”, un brano inesistente, ovvero uno scarto e ripetizione dell’inizio di “Oro Caldo” con uno strano reverse di sottofondo (che è stato identificato nel brano “There Will Be Time” da Milano calibro 9). Mentre il brano “Stanza Città” è stato invece inglobato nell’unica traccia chiamata “Oro Caldo”. Per il brano “Animale senza Respiro” tutto regolare. Questo “errore storico” si è perpetuato nel tempo fino ad oggi in tutte le ristampe fatte anche in Vinile. Era doveroso fare questa precisazione e pertanto in questa nostra nuova versione abbiamo rispettato le tracce originali. Era dovere di cronaca. La nuova Lineup degli Osanna: Lino Vairetti – voce, chitarra acustica e 12 corde e armonica Gennaro Barba – batteria Pako Capobianco – chitarra elettrica solista, chitarra acustica e 12 corde Nello D’Anna – basso elettrico Sasà Priore – piano, Fender Rhodes, organo e synth Irvin Vairetti – voce, mellotron e synth Special guests: David Jackson – sax e flauti in: Oro Caldo, Animale senza Respiro, Anni di Piombo e Palepolitana Sophya Baccini – voce femminile in: Marmi, Fenesta Vascia, Michelemmà e Canzone Amara Gianluca Falasca – violino solista in: Santa Lucia, Palepolitana, Ciao Napoli Falasca String Quartet in: Marmi, Fenesta Vascia, Michelemmà, Canzone Amara e Profugo Angelo Salvatore - flauto in: Fenesta Vascia, Michelemmà e Canzone Amara E’ un album completamente dedicato a Napoli con una vera e propria fusione e contaminazione tra il rock progressivo e la tradizione popolare partenopea. Un linguaggio multimediale che esprime la forte identità del gruppo distinguendolo da tutta la cultura rock internazionale. La teatralità che ha sempre contraddistinto le performance degli Osanna, rivisitando in modo contemporaneo le maschere e costumi della forte tradizione partenopea con il famoso "Pulcinella rock" (così definito negli anni '70 da Renzo Arbore nella sua presentazione e prefazione nell'album L'Uomo), ritornano con nuove immagini riprese dal fotografo RicPic – Riccardo Piccirillo, in un contesto meraviglioso nell’Atelier e tra le opere dell’artista Lello Esposito, uno dei più grandi scultori napoletani, unico nel suo genere, che ha saputo tradurre in opere scultoree gli umori e le alchimie metafisiche dei simboli della cultura popolare partenopea. L’immagine di copertina è tratta da una scultura di Lino Vairetti



Tracks

CD  1

1) Marmi - testo e musica di Lino Vairetti
2) Fenesta Vascia - testo e musica di Lino Vairetti (con parte letteraria rielaborata)
3) Michelemmà - testo e musica di Lino Vairetti (con parte letteraria rielaborata)
4) Santa Lucia - testo e musica di Lino Vairetti
5) AntoTrain – musica di Sasà Priore (brano strumentale con solo pianoforte)
6) Anni di Piombo - testo e musica di Lino Vairetti
7) Palepolitana - testo e musica di Lino Vairetti
8) Made in Japan - testo di Lino Vairetti e musica di Lino Vairetti e Pino Chillemi
9) Canzone Amara - testo e musica di Lino Vairetti
10) Letizia – musica di Pako Capobianco (brano strumentale di sole chitarre)
11) Ciao Napoli - testo e musica di Lino Vairetti
12) Profugo - testo di Irvin Vairetti e musica di Lino Vairetti

CD 

 “Palepoli” (intero album) 2015.

line-up

Lino Vairetti – voce, chitarra acustica e 12 corde e armonica
Gennaro Barba – batteria
Pako Capobianco – chitarra elettrica solista, chitarra acustica e 12 corde
Nello D’Anna – basso elettrico
Sasà Priore – piano, Fender Rhodes, organo e synth
Irvin Vairetti – voce, mellotron e synth

Special guests:

David Jackson – sax e flauti in:  Oro Caldo, Animale senza Respiro, Anni di Piombo and Palepolitana

Sophya Baccini – voice in:
Marmi, Fenesta Vascia, Michelemmà e Canzone Amara

Gianluca Falasca – violino in:
Santa Lucia, Palepolitana, Ciao Napoli

Falasca String Quartet in:
Marmi, Fenesta Vascia, Michelemmà, Canzone Amara e Profugo

Angelo Salvatore - flute in: Fenesta Vascia, Michelemmà e Canzone Amara

Fonte : btf.it




venerdì 24 aprile 2015

Errata Corrige - Siegfried il Drago...e altre storie 1976 (Italian Symphonic Prog)

Errata Corrige - Siegfried il Drago... e altre Storie (1976)

Siegfried il Drago... e altre Storie

A privately pressed and very rare album, Siegfried, il drago e altre storie was the first and only LP released by this Turin band, that was active from 1974 and that had previously recorded two tapes and some tracks posthumously released on CD in early 90's.
The band was initially a trio with no name, then a quartet that only took its name Errata Corrige when newcomer Mike Abate replaced previous guitarist Cardellino. Two demo-tapes, entitled Da mago a musicista and Saturday il cavaliere were released by the early line-ups.
After their latest concert at Teatro Carignano in Turin in June 1975 and the following breakup, the musicians decided to record in a studio some of their compositions as a document of their past activity. These recordings were issued on LP in 1976, with fantasy-inspired lyrics and dreamy soft-prog atmospheres not unlike Celeste in their first album or Pierrot Lunaire. More complex arrangements and rhythm changes make this an attractive and original sounding record. Band members play a long list of instruments with good musicianship.
 First time official reissue on Lp coming with a 12 pages book with rare archive photo footage. 
Fonte - www.btf.it
TRACK LIST:

1) VIAGGIO DI SAGGEZZA
2) DEL CAVALIERE CITADEL E DEL DRAGO DELLA FORESTA DI LUCANOR
   a) Il Richiamo
   b) Nella Foresta
   c) Il Drago
   d) Fuggi Citadel
   e) Ritorno al Villaggio
3) SIEGFRIED (Leggenda)
4) SIEGFRIED (Mito)
5) DAL LIBRO DI BORDO DELL’ADVENTURE

Line up:

- Mike Abate / piano, organ, elka strings, synthesizers
- Marco Cimino / cello, flute
- Gianni Cremona / drums, bass
- Guido Giovino / electric guitar, acoustic guitar, vocals


sabato 18 aprile 2015

Nostalgia - Never To Late 1993 New Prog Italy

                                  Nostalgia - Never To Late

Nostalgia  Never To Late

Grandi spazi ad arpeggi di chitarra, volate di tastiere e tappeti musicali che rimandano ai quotatissimi Camel, atmosfere Genesis-ane e melodie incantevoli. Questo disco è assolutamente da non perdere.

Tracks list:

 01) Never too late 
 02) Maype we could try 
 03) For not to die twice 
 04) Marina 
 05) Matt in the park 
 06) The false heroes 
 07) In the eyes of the great horn owl  
 08) Darkness 
 09) I wanna be protected 
 10) Trouble waters 
 11) Killing the trees

giovedì 25 dicembre 2014

Moongarden - Voyeur 2014 (Italian Symphonic Prog)

Moongarden - Voyeur


Moongarden - Voyeur


Voyeur è un concept album. Si narra la storia di VICKEY detta MOUSE, addetta alle pulizie di un grattacelo di new york con il vizio di spiare i personaggi più intriganti e le situazioni più strane che vengono riprese da microtelecamere piazzate sapientemente negli angoli più nascosti dei vari appartamenti. Dopo una sapiente selezione, Vickey ha individuato 6 personaggi degni di essere seguiti con regolarità…. Questi personaggi vengono descritti in tutte le loro sfumature nelle varie canzoni del disco…. Nel dettaglio: In BARBITURATES GENTLEMAN, Vickey spia un signore benestante che ha un unico hobby nella vita: quello di sperimentare sempre nuovi barbiturici per indurre il sonno profondo nel più breve tempo possibile! In MR.MOORE Vickey spia la vita segreta di un politico conservatore e profondamente cattolico che nell’intimità coltiva la sua passione per i transessuali. In THE USURPER analizza il tormento di un personaggio che tutto il giorno pensa a come migliorare il suo status sociale programmando mosse per colpire alle spalle i suoi migliori amici per prenderne il posto. In SHINY EYES, Vickey si commuove assistendo al primo incontro intimo tra giovanissimi amanti che si perdono nei rispettivi sguardi…. In TV QUEEN , Vickey si diverte a spiare una casalinga appena sposata completamente dipendente da tutti i reality shows che vengono trasmessi dalle varie reti private della zona…. Infine, in MESSAGE FROM THE LAST FLOOR, Vickey ha una esperienza surreale e magica nell’assistere al lancio di un messaggio dentro una bottiglia verso il cielo notturno di new york da parte di un signore che vive nell’attico all’ultimo piano del grattacielo… La bottiglia invece che cadere continuerà a salire verso lo spazio…. Musicalmente parlando ,la band (pur rimanendo ancorata saldamente alla scuola Genesisiana) continua il suo percorso verso un rinnovamento complessivo del genere Progressive Rock contaminando e riscrivendone il DNA. Elementi di classico rock progressive si intersecano in continuazione con influenze atipiche nel genere come il Rock Alternativo e il Post Rock, sperimentazioni di musica elettronica, Heavy Metal, Funk e Synth Pop senza mai perdere di vista l’obbiettivo centrale: quello di scrivere e proporre “belle canzoni anche di facile ascolto”. “Voyeur” potrebbe anche essere considerato come una summa delle esperienze musicali affrontate dalla band in questi ultimi 20 anni: tutto si ripresenta in una spirale di continui cambi d’atmosfera e sperimentazioni armoniche.

Fonte: www.btf.it 

Tracks Listing

01) Vickey Goes to the Skyscraper Basement (1:10)
02) Voyeur Part one (2:16)
03) Vickey Mouse (5:14)
04) Barbiturates Gentleman (7:14)
05) Mr. Moore (7:02)
06) The Usurper (5:20)
07) Shiny Eyes (5:30)
08) TV Queen (6:52)
09) The Queen Goes to Bed (2:18)
10) Message from the Last Floor (7:08)
11) Voyeur Part Two (4:25)


Line-up

Cristiano Roversi / Keys & Programmings
Mirko Tagliasacchi / Fretted and Fret-less Electric Bass 5 & 6 Strings, Bass Pedals
David Cremino / Acoustic & Electric 6 & 12 Strings Guitars
Simone Baldini Tosi / Vocals and Violin
Mattia Scolfaro / Drums & Percussion
Dimitri Sardini / Electric 6 & 12 Strings Guitars




domenica 26 ottobre 2014

Viaggio Esistenziale: Vita, Morte e l' Infinito Universo

Viaggio Esistenziale


Viaggio Esistenziale

Il Viaggio Esistenziale: Vita, Morte e l'Infinito Universo

Nel silenzio dell’universo, dove ogni anima incrocia il proprio destino, si dipana il percorso unico e inesorabile del viaggio esistenziale. Da sempre, uomini e donne si sono interrogati sul significato profondo della vita e della morte, su quella misteriosa connessione che lega l’inizio al termine, riflettendo sul fatto che, in un certo senso, siamo tutti morti. Questo non è un invito alla disperazione, ma un invito alla meditazione: il viaggio dalla nascita alla morte è solo il primo, e forse il più importante, di una serie infinita di viaggi attraverso l'universo.

Premessa

La filosofia esistenziale ci insegna che ogni esperienza umana è intrisa di significato, ogni istante è parte integrante di un disegno cosmico che va oltre la mera esistenza biologica. La vita, in tutta la sua complessità, non è che un'apparenza effimera di un cammino che si estende ben oltre lo spazio-tempo. È il punto di partenza per esplorare ulteriori esistenze, territori inesplorati che, nel contesto dell'universo, si configurano come infinite opportunità di crescita, di scoperta e di trasformazione.

Sviluppo Argomentativo

Nel racconto dell’esistenza, il concetto di "morte" assume un significato diverso, quasi paradossale: essa non rappresenta la fine, bensì una tappa irreversibile di un continuo divenire.

Il viaggio esistenziale, infatti, inizia in un momento ben marcato: la nascita. Fin dal primo istante, l’individuo si avvia in un percorso irto di sfide e scoperte. Ogni respiro, ogni istante, si intreccia assieme dando vita a un’esperienza unica che, paradossalmente, indica come siamo tutti destinati, fin dal principio, al compimento finale: la morte. Eppure, in questa consapevolezza si cela la liberazione dal timore, poiché la morte non cancella la vita, ma l’intreccia ad altri viaggi, ad altre esistenze, ad altre dimensioni.

Sotto questa luce, il concetto di universo si dispiega come un palcoscenico infinito su cui ogni anima gioca la propria parte. Non si tratta di un semplice numero infinito di mondi , ma di un complesso intreccio di possibilità. Ogni esperienza, ogni esistenza, è una replica o una variazione di un tema universale, che attraversa spazi e tempi, tessendo insieme fili sottili di coscienza e di essere. La vita e la morte diventano così tappe di un viaggio che non ha confini, un invito a lasciare un'impronta in ogni universo, a cercare la verità attraverso molteplici realtà.

Nella narrazione di un saggio viaggiatore del tempo, l’esistenza assume le sembianze di un poema cosmico. Egli osserva il cammino degli individui come un susseguirsi di attimi preziosi: ogni vita è un verso, ogni morte una rima che completa la composizione. Il viaggiatore, con la sua prosa poetica e il suo spirito colto, invita il lettore a riflettere su quel misterioso legame tra la finitudine della vita umana e l’infinitezza delle possibilità che l'universo offre. Non si tratta di un addio al dolore, ma piuttosto di un invito a scorgere il sublime nella ciclicità degli eventi, nell’eterna danza tra l’inizio e la fine.

La metafora del viaggio è ricorrente: la vita è un cammino che si snoda attraverso paesaggi incantati e insidie che solo il tempo può svelare. Ogni stazione rappresenta una scelta, un incontro, un momento di introspezione. Le curve delle esperienze, i saliscendi delle emozioni, e l’inevitabile caduta nell’ombra della morte, sono tutti segmenti di un percorso che, in ultima analisi, conduce a una nuova forma di esistenza. È il viaggio esistenziale, intriso di poesia e di filosofia, dove ogni tappa è mostrata come una parte essenziale di un disegno cosmico più grande, in cui la ciclicità della vita e della morte si fonde con l’infinito labirinto dell'universo.

L’idea che dalla nascita alla morte si avvii un cammino è un messaggio rivolto a chi, essendo adulto e consapevole della propria finitudine, trova nella riflessione metafisica una via per dare senso alla propria esistenza. Non si tratta di una leggerezza, ma di una profonda meditazione sul destino e sulla natura dell’essere, un invito a reinterpretare la morte non come una condanna definitiva, ma come un transito verso un’esistenza alternativa, verso un universo ricco di significato. Il viaggiatore interiore si confronta, dunque, con il mistero dell’esistenza, abbracciando l’ignoto e confidando che ogni conclusione è semplicemente l’inizio di una nuova avventura.

La narrazione adotta una prospettiva collettiva e universale, parlando sia al singolo che all’umanità intera. Nell'universo, ogni vita riecheggia in un'armonia cosmica che trascende la realtà percepita, invitando ciascun individuo a contemplare il proprio posto nell’ordine naturale dell’universo. Il ciclo della vita e della morte diventa così una metafora potente che ha il potere di trasformare il dolore in speranza, la solitudine in connessione, e il termine in un sollievo che prelude a innumerevoli nuovi inizi.

Riflessione Finale

Alla fine del viaggio esistenziale, il viaggiatore si ritrova di fronte ad un panorama immenso e sconfinato, dove la comprensione della vita e della morte si fonde in un’unica, grande verità. Esso comprende che essere "morti" fin dal primo giorno non è un destino funereo, ma il segno distintivo di un percorso di continua evoluzione. Ogni esperienza, ogni sofferenza, ogni gioia incarna la forza del viaggio che ci conduce verso l’ignoto, verso mondi dove la coscienza si espande e assume nuove forme.

Il significato di questa meditazione esistenziale risiede nel rendersi conto che il nostro viaggio non è limitato a una singola esistenza, ma si estende attraverso le pieghe di un multiverso infinito. La vita e la morte, dunque, diventano tappe di una grande odissea cosmica in cui ogni anima, partecipante consapevole, è chiamata a scoprire il proprio destino. Il viaggiatore, che ha imparato a guardare oltre le apparenze della realtà quotidiana, si apre alla possibilità che ogni conclusione sia semplicemente l’avvio di un nuovo cammino, capace di intestare una rinascita in ogni recesso dello spazio-tempo.

In questa luce, il ciclo vitale si trasforma in una continua poesia, scritta con inchiostri intrisi di speranza e di sogno. Nel contemplare il mistero dell’esistenza, il lettore è invitato a svelare i segreti celati tra le pieghe della realtà, a interrogarsi sul senso profondo della propria esistenza e, più di ogni altra cosa, a capire che il viaggio non ha mai fine.

Così, in questo percorso meditativo, si evidenzia un insegnamento fondamentale: accettare la dualità della vita e della morte permette di abbracciare l’infinito universo come un palcoscenico dove l’essere umano è protagonista e parte integrante di un grande mistero cosmico. La vita diventa una danza con la morte, un dialogo intimo con l’eternità, e un invito costante a scoprire nuove dimensioni di esistenza.

Il viaggio esistenziale continua, senza tregua, in un’eterna fusione di possibilità, sfide e meraviglie. La vera saggezza risiede nell’accettare il proprio ruolo in questo grande schema dell’universo, dove la fine di una vita segna solo l’inizio di un’altra, e dove ogni tappa è un invito a scoprire ulteriori strati della realtà.

Meditiamo dunque su questa incomparabile verità: siamo tutti viaggiatori in un percorso cosmico che va oltre la nostra comprensione immediata. In questa prospettiva, ogni attimo diventa prezioso, ogni esperienza una porta verso l’infinito. La vita, la morte, l'universo e il viaggio esistenziale si intrecciano in un’armonia universale, invitandoci a contemplare il mistero di essere, a guardare oltre la superficie del quotidiano, e a scoprire, con umiltà e meraviglia, la bellezza intrinseca di ogni momento.

Nino A.

P F M - Un" Isola 2014 (Italian Symphonic Prog)

PFM - Un' Isola 


PFM - Un' Isola


Il quarantennale de "L'isola di niente" ha ispirato la PFM a realizzare un eccezionale disco live, che ripropone per la prima volta la track list integrale dell'album originale. La nuova versione, carica di energia, dal titolo "Un'Isola" ripropone dal vivo anche il famoso "coro"   iniziale della prima traccia e lo strumentale "Via Lumiere", mai eseguiti dal vivo.
Pubblicato in CD, "Un'isola" fa parte di una collana composta dai primi cinque album della band da raccogliere in un elegante contenitore dal titolo "Il suono del tempo".


To celebrate the 40 years anniversary of "L'isola di niente", PFM have recorded an incredible live album, where they play the original LP tracklist in its entirety for the first time ever. This energetic new version also includes the 1st track choir incipit and the instrumental "Via Lumière", which have never been played live before.
Released in CD format, "Un'isola" is part of a series which includes the first PFM's five albums reproduced live, to be collected in an elegant box called "Il suono del tempo".



Tracks list:




L'Isola Di Niente
Is My Face On Straight
La Luna Nuova
Dolcissima Maria
Via Lumiere (Have You Cake And Beat It)

www.btf.it

domenica 31 agosto 2014

Steve Rothery - The Ghosts Of Pripyat 2014 (UK) Symphonic ProgressiveRock

                                          Steve Rothery

                                                     The Ghosts Of Pripyat 

Sempre in grande spolvero stilistico-compositiva, il chitarrista dei Marillion, Steve Rothery, ci fa dono di questo splendido lavoro, frutto di un'attenta quando sorprendente ricerca degli stilemi classici del prog, con toni e melodie prettamente del nostro tempo.
Un disco, che certamente sarà accolto con estremo entusiasmo da noi tutti amanti del progressive, sempre alla ricerca di qualcosa che possa suscitare nuove emozioni.
Da notare la presenza dell'instancabile "Steve Hackett" nel brano di apertura.

Track List:

01) Morpheus
02) Kendris
03) Old Man Of The Sea
04) White Pass
05) Yesterday's Hero
06) Summer's End
07) The Ghosts of Pripyat

Steve Rothery - The Ghosts Of Pripyat


Line-up:

Steve Rothery (Marillion) - Guitar
Dave Foster (Mr. So & So) - Guitar
Leon Parr - Drums
Yatim Halimi (Panic Room) - Bass guitar
Riccardo Romano (Ranestrane) - Keyboards

With

Steve Hackett - Guitar solo (Morpheus)


domenica 8 giugno 2014

VAN WAGNER (cover band Genesis) - Selling England Tour '74 (2014)

Van Vagner - Selling England Tour



Van Vagner - Selling England Tour (Cover Band Genesis)



 Eccellente new entry nel panorama delle cover band dei Genesis


Elenco cover Band Genesis alla data di giugno 2014

3Spass

Acoustic Moods

Bad Dreams

Dance into the Light

Dance on a Volcano

Dancing Knights

Duke

Domino

Estro

Firth of Fifth

Foxtrot

Fukkoku-Souseiki

G2

Gabble Ratchet

Garden Wall

G-Cover Band

Genesis Project

Genesis Relived

Genes-ish

Grand Parade

Harold and the Barrels

In the Cage

Invisible Touch (UK)

Invisible Touch (Germany)

Leon Alvarado

Los Endos

Mad Men Moon

Mama

Moonlit Knight

Nemesis

No Jacket Required

Nursery Cryme

Paul D'Adamo

Phil Prog

Raven

ReGenesis

Revelation

Seconds Out

Slippermen

Strictly Banks

That's All

The Book of Genesis

The Carpet Crawlers

The If

The Lamb

The Musical Box

The Path of Genesis

The Waiting Room

Trespass Music

True Collins

Van Wagner

We Can't Dance Yngve Guddal & Roger T. Matte


sabato 7 giugno 2014

Le Convention di Genesismarillion (Vol. 3) - Il Rock (Progressive) prima di "In The Court Of The Crimson King"

RE-POST


Il Rock Progresive prima di "In The Court"

E' ormai assodato che "In The Court Of The Crimson King" del 1969 (10/ottobre), sia il padre del progressive rock. Mi trovo completamente d'accordo, ma voglio ugualmente tracciare un percorso attraverso il quale si evince che il progressive da li a poco sarebbe scoppiato comunque, anche se i King Crimson non avessero mai prodotto il loro "In the Court".
A questo proposito, ho realizzato la compilation di questo post, che sarà anche il tema della prossima convention che terremo insieme ai miei appassionati amici.

IL ROCK (PROGRESSIVE) PRIMA DI "IN THE COURT OF THE CRIMSON KING"

CD 1

01) Touch - Friendly Birds 1968 (USA)
02) The Moody Blues - Legend Of A Mind 1968 (UK)
03) Love Sculpture - In The Land Of A Few 1968 (UK)
04) Caravan - Place Of My Own 1968 (UK)
05) Aphrodites Child - Day Of The Fool 1968 (Grecia)
06) The Nice - Rondò 1968 (UK)
07) Vanilla Fudge - Beethoven: Fur Elise/Moonlight Sonata 1968 (USA)
08) Traffic - Coloured Rain 1967 (UK)
09) Family - The Chase 1968 (UK)
10) Procol Harum - Repent Walpurgis 1967 (UK)
11) Deep Purple - River Deep Mountain High 1968 (UK)

CD 2
01) Pink Floyd - Astronomy Domine 1967 (UK)
02) Soft Machine - Hope For Happines 1968 (UK)
03) New Trolls - Duemila 1968 (Italia)
04) Deep Purple - Anthem 1968 (UK)
05) Frank Zappa And The Mothers - Absolutely Free 1967 (USA)
a) The Duke Of Prunes
b) Amnesia Vivace
c) The Duke Regains His Chops
d) Call Any Vegtable
e) Invocation And Ritual Dance Of The Young Pumpkin
f) Soft Sell Conclusion
6) Gun - The Sad Saga Of The Boy And The Bee 1968 (USA)
7) Aphrodites Child - Rain And Tears 1968 (Grecia)
8) Captain Beefheart And The Magic Band - Electricity 1967 (USA)
9) Family - Mellowing Grey 1968 (UK)
10) Orange Swirl Society - The Fourth Pipe 1968 (USA)
11) The Crazy World Of Arthur Brown - Fire 1968 (UK)

Alcuni brani in ascolto